21 Novembre 2024

Il testo del disegno di legge a firma Meloni-Morrone ora dovrà passare al Senato. Soddisfazione da parte del mondo delle professioni ordinistiche

La proposta di legge sull’equo compenso per i professionisti, a firma Meloni-Morrone, è stata approvata ieri dall’Aula della Camera all’unanimità, con 253 voti. Il testo ora dovrà passare al Senato.
La norma impone ai cosiddetti “contraenti forti”, e cioè pubblica amministrazione (con alcune eccezioni), banche assicurazioni e imprese con più di 50 dipendenti o con un fatturato superiore a 10 milioni di euro di riconoscere un compenso che sia proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto e al contenuto e alle caratteristiche della prestazione professionale e conforme ai parametri per la determinazione dei compensi previsti dalla legge. Una norma già discussa nel corso della precedente legislatura che non ha completato il suo iter per l’improvvisa caduta del Governo.

Le voci della politica
Per il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto “Il via libera all’unanimità della Camera all’equo compenso è una grande soddisfazione”. Sisto auspica che il Senato dimostri altrettanta saggezza per arrivare prima possibile all’approvazione definitiva.
La responsabile professioni di Fratelli d’Italia Marta Schifone parla di «un provvedimento di giustizia e di dignità, che come partito portiamo avanti da anni»; Schifone sottolinea l’importanza di aver messo un “primo paletto legislativo” che potrà anche essere migliorato o implementato. «Si tratta del primo passaggio di un percorso di riforma complessivo del mondo professionale che porteremo avanti in questi anni».
Il deputato di Fratelli d’Italia in Commissione Finanze e coordinatore della consulta dei parlamentari commercialisti Andrea de Bertoldi ricorda che il livellamento verso il basso dei compensi professionali trova il suo incipit nelle famose “lenzuolate” di Bersani e sottolinea come, con questa norma, si ripristina una doverosa tutela dei professionisti attraverso l’equità dei loro compensi.
Insoddisfatta per questa approvazione “sprint” l’onorevole Chiara Gribaudo, vicepresidente della Commissione Lavoro, che stigmatizza il sistema sanzionatorio che ricade sul professionista che accetta un equo compenso invece che sul committente.

Le criticità
Soddisfazione arriva, invece, dal mondo delle professioni ordinistiche. Restano però diverse criticità che andranno affrontate e risolte, prima tra tutte l’applicazione della nuova norma alle professioni non ordinistiche (per i professionisti iscritti all’Albo è l’Ordine a vigilare); altra questione che molti hanno sollevato riguarda l’ambito di applicazione giudicato troppo ristretto; dubbi sono stati sollevati anche sul sistema sanzionatorio.

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