Fonte: Corriere della Sera
di Sabino Cassse
Semplificare vuol dire innanzitutto decentrare. Invece, il presidente del Consiglio dei ministri è nominato circa 70 volte in questo decreto, che gli attribuisce compiti immani
Combattere l’evasione fiscale, ridurre l’erosione tributaria, semplificare l’amministrazione. Tutti ne parlano, nessuno ci si impegna. Ma «ora è il momento del coraggio» — ha proclamato il presidente del Consiglio dei ministri. Parte la «madre di tutte le riforme»: «tagliare la burocrazia». Ce n’era bisogno, visto che il decreto legge «semplificazione» stesso segnala che la valutazione di impatto ambientale si conclude talora in dieci anni. «Parturient montes, nascetur ridiculus mus» (Orazio): i monti avranno le doglie, nascerà un ridicolo topo. Il decreto legge «semplificazione» tradisce sia promesse, sia attese: mette solo qualche «cerotto», come ha detto un imprenditore. Consta di 48 articoli, riguardanti l’universo mondo (investimenti pubblici in opere, edilizia privata, procedimenti amministrativi, responsabilità erariale e abuso d’ufficio, digitalizzazione, reti e servizi di comunicazione, adempimenti antimafia, Cipe, valutazione d’impatto ambientale, bonifica e dissesto idrogeologico, reti energetiche).