22 Novembre 2024

Fonte: La Repubblica

di Elena Dusi

Il trial organizzato a Oxford vuole dimostrare se l’antimalarico riduce i contagi fra il personale sanitario. In alcuni Paesi il farmaco viene già usato in corsia fra gli operatori più a rischio. Ma gli esperti invitano alla cautela in attesa di risultati ufficiali

La clorochina funziona contro il coronavirus? Politici di dubbia competenza come Trump e Bolsonaro chiamano il farmaco “miracoloso”. I medici avvertono che non ci sono prove sulla sua efficacia e mettono in guardia contro gli effetti collaterali sul ritmo cardiaco. Intanto ai malati, anche italiani, il vecchio antimalarico risalente agli anni ’30 viene somministrato in regime off-label, ovvero al di fuori delle indicazioni ufficiali, sia in ospedale sia fra chi si cura a casa propria.Il presidente francese Emmanuel Macron giovedì ha deciso di incontrare l’autore di uno dei due studi che ne promuovono l’uso (l’altro viene dalla Cina), il direttore dell’Institut Hospitalo-Universitaire di Marsiglia Didier Raoult, personaggio molto discusso in Francia. Il suo sostegno al farmaco è stato infatti considerato poco scientifico. La rivista dell’International Society of Antimicrobial Chemotherapy, su cui lo studio di Raoult era stato pubblicato, ne ha preso le distanze denunciando che la pubblicazione “non rispetta gli standard di rigore richiesti”. Il test è infatti basato sull’osservazione di 24 pazienti: decisamente troppo poco per poter trarre conclusioni, con una malattia che – senza farmaci – ha già un tasso di guarigione superiore al 90%.
Per rispondere alle domande e placare le polemiche, l’università di Oxford sta avviando il più grande trial mai organizzato finora, con 40 mila partecipanti in Asia, Europa e Africa. Il test non cercherà di rispondere solo alla domanda se la clorochina cura il Covid, la malattia da coronavirus. Il suo obiettivo è anche capire se ha un effetto di profilassi. Se diminuisce cioè la probabilità di ammalarsi quando viene assunto prima dell’esposizione al virus. I volontari che si sottoporranno al test non sono scelti a caso: si tratta di personale sanitario che si trova a contatto stretto con i malati contagiosi. Già oggi in alcune corsie italiane dove si tratta il Covid la clorochina viene presa da medici e infermieri nella speranza che prevenga le infezioni o le indebolisca sul nascere. India e Bangladesh la distribuiscono ugualmente al personale sanitario sano ma impegnato nella lotta al coronavirus.I risultati del mega-test non saranno immediati. Si parla di un anno. Ma con tutta probabilità nella primavera del 2021 non avremo ancora un vaccino. La sperimentazione di Oxford ha le carte in regola per darci una parola definitiva o quasi sull’efficacia di questo farmaco che – complici anche i capi di stato di Usa e Brasile – è finito nel frullatore mediatico e ha scatenato una corsa agli accaparramenti. Tanto che i pazienti per i quali è da sempre indicato (malati di artrite reumatoide e lupus) fanno fatica a trovarlo in farmacia. I 40 mila arruolati nel test, distribuiti in 50-100 ospedali dei tre continenti, verranno infatti divisi in due gruppi e – con scelta casuale – riceveranno o una pasticca di clorochina o un placebo per tre mesi. Grazie ai grandi numeri e al confronto diretto sarà più facile evidenziare l’eventuale effetto del farmaco.
Le scorte dell’antimalarico usato anche contro il coronavirus della Sars (l’idea di provare a utilizzarlo nel 2003 fu di tre medici italiani, Andrea Savarino, Roberto Cauda e Antonio Cassone), si stanno intanto assottigliando. Essendo un farmaco fuori brevetto, con pochi pazienti (almeno prima dell’arrivo del coronavirus) e che costa al massimo una dozzina di euro al mese, un’unica casa produttrice è rimasta a fabbricarlo, la Sanofi, che produce una versione chiamata idrossiclorochina, quasi del tutto simile alla clorochina, con il nome commerciale di Plaquenil. La Bayer aveva deciso di ritirarsi dal mercato solo pochi mesi fa. Il 3 aprile la Sanofi ha notificato all’Agenzia italiana del farmaco il rischio di carenza del farmaco, mentre la Casa Bianca ha accaparrato 30 milioni di dosi nella sua scorta strategica nazionale.  Il farmaco viene usato perché avrebbe un duplice effetto: antivirale (ostacola l’ingresso dei virus nelle cellule dell’organismo) e antinfiammatorio (la polmonite del Covid è effetto proprio di una esagerata reazione infiammatoria). Altre sperimentazioni sono in corso in vari Paesi del mondo, Italia inclusa. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha incluso l’antimalarico fra i potenziali farmaci sottoposti a trial clinico. I Centers for Disease Control americani (l’agenzia federale che si occupa di malattie infettive) hanno intanto rimosso dal loro sito le indicazioni per la somministrazione di clorochina ai malati di Covid. Consigliare un farmaco di cui nessuno finora ha dimostrato l’utilità è infatti pratica assai inusuale per un ente scientifico. E il presidente Donald Trump, ha rivelato il New York Times, ha una modesta partecipazione finanziaria nell’azienda produttrice.

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