Chi riuscirà ad abbattere le barriere e superare il concetto della diversità si potrà fregiare del titolo
«Uniti nella diversità». Così recita il motto dell’Unione europea, e per tenervi fede la Commissione europea sprona gli enti locali a promuovere azioni, programmi e iniziative volte a tenere vivo il fondamento del progetto di integrazione. Il 2022 vuole essere l’inizio di un percorso, fatto di aggregazione. Perché la sostenibilità non è solo rispetto per l’ambiente, ma nella vita di tutti i giorni è soprattutto il rispetto per chi ha abitudini differenti. Chi riuscirà ad abbattere le barriere e superare il concetto della diversità si potrà fregiare del titolo di «capitale europea dell’inclusione e della diversità».
Ogni anno l’Ue promuove i territorio con iniziative di vario genere. Una delle più note è quella che vuole diverse capitali della cultura. Con il 2022 parte invece il progetto per la coesione sociale, con due distinte categorie: centri urbani con meno di 50mila abitanti, centri urbani da 50mila abitanti in su. Per tutti il compito è lo stesso: dimostrare di sapere contrastare ogni forma di discriminazione (sesso, razza o origine etnica, religione o convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale).
La partecipazione è volontaria, c’è un sito dove ci si può candidare entro il 15 febbraio. Oltretutto si può correre anche a costo zero. Perché non c’è bisogno di nuove spese. Gli esempi di sostenibilità sociale «potrebbero essere già state attuate o essere in fase di attuazione», precisa la Commissione europea.
La particolarità dell’iniziativa si spiega per ragioni innanzitutto. La Commissione europea non mette in palio soldi. La città vincitrice non riceverà finanziamenti, ed è noto che gli enti locali – specie in Italia dove vige anche un patto di stabilità interno – possono incontrare difficoltà a reperire risorse per funzionamento e attività extra. Quindi si possono presentare anche iniziative «datate» ma comunque di successo.
«Con i premi per l’inclusione e la diversità il lavoro eccezionale svolto dalle comunità e le città saranno riconosciute ed evidenziate come fonte di ispirazione per gli altri», ricorda la commissaria per l’Uguaglianza, Helena Dalli.
Ma senza soldi in palio allora qual è il «ritorno» per l’eventuale città partecipante che dovesse vincere? Oltre a fregiarsi della targa, ai vincitori verrà fornito un logo elettronico per promuovere sì la vittoria, ma con essa anche territorio e realtà locale. I vincitori del Gold Award saranno pubblicizzati attraverso brevi video speciali in inglese sul sito web del Premio e nelle attività di promozione post-evento su varie piattaforme di social media dei servizi della Commissione Europea. Un ritorno in visibilità con cui aumentare flussi turistici e accrescere le possibilità di attrarre investitori privati. Nel nome dell’integrazione e dello spirito alla base dell’Unione europea.
Il progetto acquisisce una valenza ancora più forte alla luce della crisi sanitaria e delle misure adottate per cercare di contenerla. Confinamenti, quarantene e distanziamento non aiutano certo all’integrazione e all’aggregazione. Anche per questo la nuova iniziativa dell’UE vuole essere promossa quanto prima. Alle 12:00 del 15 febbraio si chiudono le candidature, per procedere alle premiazioni il 28 aprile.