Fonte: Corriere della Sera
di Stefano Montefiori
Nicolas Sarkozy, spera di vincere le primarie di novembre recuperando voti tra gli elettori del Front National
Se la campagna per le primarie della destra e poi per l’elezione presidenziale continua così, Marine Le Pen finirà per assomigliare a una pacata centrista. La leader del Front National appare poco, non alza mai i toni, inventa slogan distensivi come «La Francia rasserenata». Marine Le Pen cerca di mostrarsi come la leader preveggente che indicò in anticipo i temi decisivi del dibattito — l’identità nazionale, l’immigrazione, il rapporto con l’Islam — e ora può osservare da lontano l’affannarsi dei suoi imitatori. Nicolas Sarkozy, in particolare, spera di vincere le primarie di novembre e diventare il candidato della destra all’Eliseo recuperando voti tra gli elettori del Front National, mentre il suo rivale Alain Juppé guarda dalla parte opposta e si rivolge semmai ai socialisti delusi da François Hollande.
Il risultato è che l’ex presidente della République scavalca a destra l’ex infrequentabile figlia del parà dell’Algeria francese. L’entourage di Sarkozy lo rivendica apertamente: vogliamo battere il Front National sul suo territorio. Lo stesso giorno in cui Le Pen dichiara di credere in «un Islam compatibile con la Repubblica», Sarkozy invoca arresti preventivi di migliaia di persone e rinunce allo Stato di diritto. Poi ci sono personalità esterne ai partiti ma molto popolari e discusse, come il polemista Eric Zemmour o il sindaco di Béziers, Robert Menard, che criticano Marine Le Pen perché ormai troppo debole o addirittura «di sinistra». Zemmour sostiene che l’esercito francese avrebbe già pronti i piani militari per «riconquistare le banlieue» in mano ai musulmani (lo Stato maggiore smentisce subito), poi va in tv a dire che gli jihadisti «sono dei buoni musulmani» per tutti i correligionari.
Così Marine Le Pen sta a guardare gli altri, da Sarkozy a Zemmour, che si agitano involontariamente a suo vantaggio: la più estremista non sembra certo lei.