Dall’Asia agli Stati Uniti, passando per l’Europa sui grandi listini globali scattano le vendite
e Borse europee si avviano verso un’altra giornata difficile, con il precipitare della crisi in Ucraina che colpisce tutte le piazze globali. Ieri i listini del Vecchio continente hanno chiuso in deciso calo, con Francoforte, la peggiore, che ha perso il 2,09%, Parigi il 2,04% e Milano l’1,72%. Londra ha invece limitato le perdite a -0,42%. A peggiorare le cose, stamani, la mossa a sorpresa del presidente russo Vladimir Putin, che ha prima annunciato il riconoscimento dell’indipendenza delle autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, e poi ordinato l’invio di truppe nella regione del Donbass con lo scopo di «assicurare la pace».
I future sul Dax di Francoforte perdono l’1,75%, quelli sull’indice Ftse 100 di Londra lo 0,96% mentre l’Euro Stoxx 50 viaggia sulla parità.
Situazione simile a Wall Street dopo la festa del President’s Day: i futures sul Dow Jones perdono l’1,24%, quelli sullo S&P 500 l’1,19% e i future sul Nasdaq cedono il 2,18%.
E in mattinata hanno chiuso in tonfo le Borse asiatiche: il più ampio indice Msci delle azioni dell’Asia Pacifico al di fuori del Giappone è in calo del 2,1%, trascinato verso il basso da Hong Kong e daella Cina continentale. Dopo aver perso il 2% a inizio sessione, l’indice Nikkei della Borsa di Tokyo ha chiuso a -1,68% e 26.457,50 punti. L’Hang Seng di Hong Kong cala intanto del 3,25% a 26.457,50 punti e Shanghai dell’1,43% a 26.457,50 punti.