In un podcast della tv pubblica danese i documenti che provano l’impianto senza consenso a 4.500 donne
Naja Lyberth era poco più che una bambina quando durante un controllo medico a scuola, senza il suo consenso né quello dei suoi genitori, le venne impiantata una spirale contraccettiva. Oggi Naja Lyberth, nata nel 1962 in Groenlandia, è una psicologa e attivista a capo della Danish Coil Campaign, la battaglia contro le politiche di controllo delle nascite portata avanti dal governo danese a danno degli inuit, popolo dell’Artico originario dell’isola che dal 1814 è un territorio autonomo del Regno di Danimarca.
Sei anni fa Lyberth raccontò la sua storia per la prima volta, poi ripresa anche dalla tv danese in un podcast del 2022 – Spiralkampagnen, la campagna della spirale contraccettiva – che ha portato alla luce dei documenti dove si certifica che tra il 1966 e il 1970 furono circa 4.500 le inuit a cui fu impiantata una spirale, circa metà delle donne fertili della Groenlandia. Non solo. Nel 1951 il governo danese sottrasse 22 bambini inuit alle loro famiglie per condurre una sorta di esperimento sociale: un’atrocità per cui le autorità danesi si sono scusate con la comunità inuit soltanto nel 2020.
Nonostante l’impianto della spirale Lyberth non ha avuto danni permanenti, ma per molte altre non è andata così: tantissime hanno dovuto sopportare per anni dolori acuti, emorragie interne e infezioni addominali che in molti casi hanno portato a un intervento di isterectomia. Naja Lyberth e un gruppo di oltre sessanta donne hanno così deciso di chiedere un risarcimento – della somma di circa 40mila euro – al governo danese, annunciando di essere pronte a intraprendere una causa in caso di un rifiuto.
Dopo il successo del podcast Spiralkampagnen, il governo danese e il governo autonomo della Groenlandia hanno istituito una commissione di indagine indipendente con il compito di indagare le pratiche contraccettive praticate in Groenlandia dal 1960 al 1991, anno in cui il sistema sanitario dell’isola divenne autonomo: il risultato del lavoro della commissione, iniziato dopo molti rinvii, dovrebbe essere pubblicato nella primavera del 2025.