Ex militari e personale addestrato non sarebbero tuttavia utilizzati sul fronte dei teatri operativi ma per il supporto logistico e la cooperazione
Il ministero della Difesa è al lavoro per una legge che riguarda l’introduzione di una riserva ausiliaria dello Stato, quindi delle Forze armate, composta da non oltre diecimila unità, come già auspicato dalla legge 119 del 2022, introdotta dal precedente governo, che nel 2022 forniva una delega all’esecutivo.
Riserva per supporto logistico, non impiegata sui teatri operativi
La riserva – una volta reclutata, formata e periodicamente addestrata – potrebbe essere composta da ex militari o personale con determinate specifiche, impiegabile nei casi di necessità durante eventuali conflitti e crisi internazionali, non impiegati sul fronte dei teatri operativi ma per il supporto logistico e la cooperazione. Non sono esclusi interventi anche in caso di calamità come già avviene per i militari.
Il nodo della scarsa presenza di personale
Non sarebbero dunque direttamente impiegati in prima linea sul fronte dei teatri operativi: ruolo che invece spetta a chi ne è esperto. Ma si arriverebbe così a recuperare il gap più volte lamentato dalle Forze armate sulla scarsa presenza di personale, che oggi conta 150mila unità, realizzando l’inversione di tendenza idealmente avviata dopo lo scoppio della guerra in Ucraina nel 2022 e il nuovo conflitto israeliano a Gaza.
Norma entro le prossime settimane
Nello scorso autunno il ministro della Difesa aveva già annunciato alle commissioni parlamentari della Difesa l’intenzione di un intervento legislativo in questo senso ed entro le prossime settimane i tempi sarebbero maturi per la presentazione di una norma. In passato il ministro Guido Crosetto aveva già annunciato alle commissioni parlamentari della Difesa l’intenzione di un intervento legislativo in questo senso.
Crosetto: costruire una Riserva nazionale è un mio obiettivo
In un’intervista al Corriere della Sera, Crosetto ha spiegato che «noi non abbiamo un problema di numero, ma per esempio costruire una Riserva nazionale delle forze armate, come in Svizzera e in Israele,è un mio obiettivo, anche se attivare, ovviamente, in casi gravissimi. Proporremo una legge su questo nelle prossime settimane – ha aggiunto – è una delle riforme necessarie all’Italia. Il modo sta cambiando, si combattono sia guerre evidenti sia ibride. Solo nel Mar Rosso ci sono più guerre, Cina e Russia stanno già combattendo una loro guerra ibrida».
I casi di Germania, Francia e Svizzera
In Germania i riservisti vengono richiamati per addestrarsi almeno una volta ogni anno e sono circa 15mila mentre la Francia ne arriva a disporre 77mila (settemila sono stati richiamati in servizio) con un obiettivo a medio termine di 85mila da innalzare a centomila entro il 2024 (lo stesso ministro francese Lecornu ha dichiarato che l’obiettivo è avere un soldato di riserva ogni due soldati attivi). Ci sono poi i Paesi dove la leva è obbligatoria: in Israele, dove la norma vale sia per gli uomini che per le donne, i riservisti sono circa 400mila mentre in Svizzera, dove esiste anche l’alternativa del servizio civile, sono 300mila.