16 Settembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

Germania - Berlino muro

di Danilo Taino

L’Istituto federale per la ricerca sulla popolazione ha fatto sapere che, per la prima volta dalla riunificazione del 1990, nel 2014 il flusso migratorio intra-tedesco ha visto una maggioranza di cittadini trasferirsi dall’Ovest all’Est

Sì, non è proprio più la vecchia Germania di Bonn. Ora è davvero la Repubblica di Berlino. Dopo decenni di «fuga» dall’Est verso l’Ovest, i tedeschi hanno invertito la tendenza. L’Istituto federale per la ricerca sulla popolazione ha fatto sapere ieri che, per la prima volta dalla riunificazione del 1990, nel 2014 il flusso migratorio intra-tedesco ha visto una maggioranza di cittadini trasferirsi dall’Ovest all’Est. Durante la Guerra Fredda, dalla Germania socialista si cercava di scappare, tra rischi mortali. Poi, una volta caduto il Muro, per tutti gli Anni Novanta circa 200 mila persone all’anno si sono trasferite dalle povere regioni orientali a quelle di vecchio capitalismo occidentale.
Ora la svolta. Il punto di maggiore attrazione è Berlino: senza la capacità di richiamo della capitale, il saldo sarebbe ancora favorevole all’Ovest, dice la statistica. Anche città dell’Est come Dresda e Lipsia, però, sono diventate poli che richiamano sempre più persone, soprattutto manodopera qualificata (le campagne e le piccole città della ex Ddr, invece, continuano a essere vittime della disoccupazione e a perdere abitanti). Il punto di svolta registrato nel 2014, però, è rilevante. Non solo perché mostra che la politica di riunificazione delle due metà del Paese alcuni buoni risultati li ha raggiunti. Soprattutto, perché indica una realtà della Germania interessante. Due altri sondaggi pubblicati in questi giorni, infatti, dicono che alcune città dell’Est stanno facendo passi da gigante nella classifica di quelle che si immagina avranno un futuro migliore e che nell’Est del Paese la condizione femminile è migliore che all’Ovest.
Uno studio del settimanale Focus ha stabilito che, in media, all’Est il 57% delle donne ha un lavoro fisso, mentre all’Ovest la quota è del 51%. E che le differenze salariali minori tra uomo e donna si registrano a Dresda, e che Jena e Lipsia sono terze e quarte in questa classifica. Anche le violenze contro le donne sembrano essere minori nella parte orientale del Paese.
Un’inchiesta del think-tank svizzero Prognos ha invece studiato demografia, innovazione, prosperità, occupazione in 402 città tedesche per capire come sarà la mappa nel lungo periodo. In testa rimangono gli agglomerati già ricchi oggi, soprattutto nel Sud del Paese, da Monaco, di gran lunga quella con le prospettive migliori, a Ingolstadt, a Stoccarda, a Francoforte. Nella classifica, però, rispetto al 2004 Lipsia ha guadagnato 197 posizioni, Erfurt 138, Berlino 110 dallo scorso studio effettuato nel 2013. Le città più pronte al futuro digitale paiono essere Monaco (cinque stelle plus) e poi Berlino con altre 15 località tra le quali Amburgo, Stoccarda e Colonia (con cinque stelle). Venticinque anni dopo, è un altro Paese.

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