Fonte: La Stampa
Telefonata tra Renzi e Tsipras che continua a dire «no» alle proposte dell’Eurogruppo
I toni dello scontro tra Grecia ed Europa si fanno sempre più duri e Tsipras, che respinge l’ultimatum dell’Eurogruppo, alza il livello dello scontro e chiede un confronto con i suoi omologhi europei. È una questione politica, e vuole risolverla con i politici. Nel frattempo, una forma di negoziato “tecnico” va avanti nonostante il rifiuto di ogni compromesso con l’Ue: dopo una giornata di scontri a distanza e accuse reciproche tra Bruxelles e Atene, a tarda sera il Governo di Atene fa sapere che domani presenterà la sua proposta.
Vuole un’estensione del prestito di sei mesi, con condizioni da negoziare. Ma è quello che l’Europa finora non ha voluto darle: il problema greco, per l’Eurogruppo, ha una sola soluzione, cioè un’estensione del programma di aiuti nella sua interezza, cioè con strette condizionalità che consentano all’Ue di verificare gli impegni prima di versarle gli aiuti. La Grecia però ha già rigettato due volte questa proposta che ha giurato di non firmare «nemmeno con una pistola puntata alla tempia».
Il premier greco parla al telefono anche con il premier Matteo Renzi, alla presenza del ministro Pier Carlo Padoan, a dimostrare – secondo fonti di Governo – che l’Italia si allinea alla posizione europea e, pur auspicando la flessibilità, gli accordi presi devono essere rispettati. Tsipras però insiste: vuole un summit Ue, «perché la soluzione all’impasse non arriverà dai tecnocrati, ma dai leader politici d’Europa», fa sapere.
La situazione è quindi destinata a cambiare di ora in ora e l’ultimatum dell’Eurogruppo, che entro venerdì vorrebbe vedere sul tavolo la richiesta di Atene di estendere il piano di aiuti, è partito ma si è già interrotto. «Non accetto ultimatum, l’austerity è morta», ha detto Tsipras in un duro discorso al Parlamento greco, a cui ha ribadito che la democrazia ellenica «non può essere minacciata» e che la Grecia «non è una colonia o un paria dell’Europa». Messaggi diretti ai suoi colleghi europei e a Bruxelles, dove anche in queste ore si tenta la mediazione a tutti i livelli, dal presidente della Ue Tusk a quello della Commissione Juncker, ai commissari Moscovici e Dombrovskis. Dijsselbloem, attaccato più volte sia da Tsiprs che da Varoufakis, ripete invece che la palla è nel campo dei greci.
Non è piaciuta a Bruxelles la strategia ellenica adottata finora: rendere pubblica la bozza più “morbida” di accordo scritta da Moscovici e poi quella più “dura” presentata da Dijsselbloem, è apparso come un tentativo di mettere Commissione ed Eurogruppo l’uno contro l’altro, per dimostrare da che parte stanno i “cattivi” d’Europa, mossi dal falco tedesco Schaeuble, come afferma il viceministro delle Finanze greco Eykleidis Tsakalotos, presente alla riunione.
Schaeuble «ha perso le staffe» e l’ultima dichiarazione dell’Eurogruppo è «una provocazione», ha detto Tsipras che, pur definendo «infelice» la vignetta sul ministro tedesco vestito da Gestapo pubblicata sul giornale di partito di Syriza, resta fiducioso in un accordo. E i mercati sembrano credergli. È per questo che Atene «non ha fretta e non accetterà compromessi». Ma un piano B non c’è, avverte Moscovici, in sintonia con gli altri rappresentanti delle istituzioni Ue, disposti a concedere flessibilità ma solo in cambio del rispetto degli impegni. Nessuno vuole staccare un assegno in bianco a Tsipras, concedendo un prestito ponte senza vincoli. Nonostante l’impasse, nessuno evoca il rischio “Grexit”. Ma rimanere o no nell’euro è «una decisione interamente nelle mani della Grecia», ha detto Schaeuble.