Fonte: Corriere della Sera
di Franco Venturini
La guerra ibrida che lambisce i confini europei
Avevamo già in Ucraina una guerra classica con morti e feriti, conoscevamo sin troppo bene le guerre cibernetiche abbinate talvolta ad alte tecnologie spionistiche, ma ci mancava in Europa una vera guerra ibrida, una di quelle guerre che non richiedono né carri armati né hacker e che tuttavia, usando strumenti in apparenza poco offensivi, sono in grado di colpire duramente il «nemico».
Ora quella mancanza è stata purtroppo eliminata perché una tipica guerra ibrida è scoppiata da qualche settimana tra la Lituania (Paese della UE e della Nato) e la Bielorussia (Paese notoriamente vicino alla Russia che si è recentemente distinto per il dirottamento di un aereo civile sul quale viaggiava un oppositore di Lukashenko).
Cosa fa il governo bielorusso? Riunisce in appositi campi gli immigrati che giungono a Minsk non di rado incoraggiati da visti facili e promesse sull’ingresso in territorio europeo, poi li trasporta in prossimità dei seicento chilometri di frontiera con la Lituania e fornisce un «aiuto tecnico» per farli passare dall’altra parte, cioè in suolo europeo. Le autorità lituane di Vilnius assicurano che il flusso è ormai continuo, e che l’appoggio fornito dalla Bielorussia ai migranti che arrivano con visti di favore da Iraq e Africa è stato accertato.
La Lituania, allora, ha cominciato a costruire un muro lungo tutto il confine e ha chiesto aiuto a Bruxelles spiegando che Minsk (con l’assenso di Mosca?) vuole sfruttare una falla nelle frontiere dell’Europa per creare un effetto destabilizzante che in un secondo tempo potrebbe colpire la Germania. Bruxelles ha reagito inviando uomini di Frontex a pattugliare (da oggi) il confine lituano-bielorusso. Basterà? Poco probabile, se Minsk e forse Mosca hanno deciso di dichiarare una guerra ibrida all’Europa che marcia verso scadenze elettorali decisive, a cominciare dalla Germania e dalla Francia.