22 Novembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

di Fiorenza Sarzanini

Divieto di uscire di casa, attività commerciali serrate, fabbriche ferme, scuole chiuse: era il 9 marzo 2020, l’Italia entrava in lockdown. Nessuno, all’epoca, avrebbe potuto immaginare che un anno dopo la morsa del Covid-19 sarebbe stata ancora così stretta, tanto aggressivo il virus anche nelle sue varianti. In questi mesi l’azione del governo guidato da Giuseppe Conte è stata efficiente su molti aspetti, deludente su altri. Gli sforzi non sono comunque bastati a fermare la pandemia. La situazione dell’Italia è ancora grave, la curva epidemiologica continua a salire, tanto che il ministro della Salute Roberto Speranza ha annunciato «decisioni coerenti con la sfida che abbiamo di fronte».
Altri Stati europei — Francia e Germania soprattutto — non stanno meglio. Anzi. Ma rispetto a noi hanno una situazione economica più stabile e hanno messo in atto misure drastiche con la chiusura di numerose attività e il coprifuoco anticipato. È una strada che l’Italia sta cercando di non prendere, un’eventualità che si sta tentando in ogni modo di scongiurare. Ma per farlo è necessario cambiare completamente registro. Mettere a punto una nuova strategia di attacco, affrontare l’emergenza come una battaglia che non si può e non si deve perdere. Rendere davvero efficace quella campagna vaccinale che, per le carenze del governo Conte, gli errori gravi commessi dall’Unione europea e i ritardi pesanti delle aziende farmaceutiche, sta creando evidenti difficoltà.
I tre uomini che il presidente del Consiglio Mario Draghi ha scelto per fare squadra e vincere questa sfida, sono certamente all’altezza del compito. Il generale Francesco Paolo Figliuolo ha un curriculum che vanta, soltanto per giudicare l’ultimo periodo, competenze specifiche proprio nelle azioni di contrasto al Covid-19 grazie alla capacità di organizzare la logistica e gestire le situazioni di crisi. Fabrizio Curcio ha guidato la Protezione civile quando i terremoti e le catastrofi provocavano migliaia di morti e di sfollati. Franco Gabrielli è un investigatore di razza che è stato al vertice dei servizi segreti, della Protezione civile e poi della polizia sempre con il passo giusto, individuando la strategia adatta ad ogni contesto.
Adesso l’importante è supportare la loro azione. Deve farlo il governo, la classe dirigente. Devono farlo i cittadini. La guerra contro il Covid-19 si vince soltanto tutti insieme. Le persone devono avere comportamenti responsabili, rispettare le regole. I politici non devono inseguire interessi di parte, consenso. I ministri devono pianificare il lavoro seguendo tempi stretti. È tempo di fare scelte anche impopolari se questo dovesse servire a far rallentare la curva. L’importante è che siano coerenti con la situazione reale. È inutile e dannoso battersi per le riaperture se questo poi determina chiusure drastiche e più lunghe. Servono ancora sacrifici, questi 12 mesi ci hanno insegnato che basta pochissimo per passare da un momento di relativa calma all’emergenza più drammatica.
Abbiamo già avuto quasi 3 milioni di malati e nei prossimi giorni l’Italia conterà 100 mila morti. È un bilancio drammatico. Siamo nel tunnel, purtroppo non siamo ancora in grado di vedere la luce in fondo. Però sappiamo che con lo sforzo di tutti possiamo farcela. Le scelte compiute dal presidente Draghi sono il primo passo di un cammino lungo. L’importante, però, è sapere che questa è l’ultima occasione. Non possiamo permetterci di sprecarla.

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