Fonte: Corriere della Sera
di Massimo Franco
Per la prima volta nella sua storia, l’Italia probabilmente avrà una rappresentanza al Parlamento di Strasburgo meno europeista di sempre
Per la prima volta nella sua storia, l’Italia probabilmente avrà una rappresentanza al Parlamento di Strasburgo meno europeista di sempre. La somma di Movimento Cinque Stelle e Lega conferirà al nostro Paese una chiara piega eurocritica, se non euroscettica: riflesso fedele dell’evoluzione o involuzione che i rapporti con la Ue hanno subito negli ultimi anni; e dell’ascesa e del consolidamento dei consensi della maggioranza gialloverde. Le proiezioni rese note ieri dall’Istituto Carlo Cattaneo di Bologna sono inequivocabili. E fanno capire quanto sia cambiato lo sfondo politico in soli cinque anni. Il crollo della sinistra e lo svuotamento progressivo di Forza Italia mostrano un elettorato radicalizzato e scettico. Così, il Pd potrebbe passare da 32 a 15 seggi, FI da 13 a 8, mentre il M5S viene dato in crescita da 17 a 22, e la Lega, la più antieuropea, da 5 a 28. Sono proiezioni, certamente, ma anche indicatori di una tendenza. E preparano una ipoteca delle forze cosiddette populiste e sovraniste sulle maggioranze tradizionali imperniate su popolari e socialdemocratici. Difficile prevedere quali riflessi un simile risultato avrebbe sulla politica estera italiana.
La visione degli ottimisti
Ma quanto sta avvenendo sul ritiro del contingente dall’Afghanistan offre qualche indizio; come anche le posizioni filorusse di un filone prevalente nel partito di Matteo Salvini e tra i Cinque Stelle, e un antiamericanismo quasi ostentato da esponenti grillini come Alessandro Di Battista. Se questo si salda con una strategia contro l’immigrazione clandestina dai contorni aggressivi verso le istituzioni di Bruxelles, il risultato promette di essere una sfida continua. Un attrito tra l’Italia e gli alleati potrebbe portare a una legittimazione del governo, o al suo isolamento. Una delle variabili più pesanti sarà l’andamento dell’economia. Il premier Giuseppe Conte scommette su una ripresa nel secondo semestre del 2019. E confida che dalla Commissione Ue non arrivino bordate contro reddito di cittadinanza e quota 100 sulle pensioni. Il vicepremier Matteo Salvini, capo della Lega, sembra soddisfatto. Citando Conte, elenca: «Spread è ai minimi da sei mesi. Grande richiesta di Bot con rendimenti in diminuzione e fiducia dei consumatori italiani in crescita: tutti ottimi segnali, lavoriamo per migliorare ancora». Forse è una visione troppo ottimistica. Ma inevitabile, da parte di chi scommette su una politica espansiva contro ogni previsione. Bisogna solo capire se i prossimi dati sulla produzione e sulla crescita confermeranno o smentiranno la narrativa governativa. E se anche la Commissione europea vorrà dire la sua, prima delle Europee di maggio.