19 Settembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

di Anotnio Polito

La polemica sul passaporto sanitario è fondata sul nulla: intanto perché ci vogliono frontiere, di cui le regioni non dispongono; e poi perché non esiste un test che possa garantire l’immunità

Discriminazione territoriale. Quando si andava allo stadio, incorreva in sanzioni chi se ne rendeva colpevole con cori o striscioni. Ma non avremmo mai immaginato che un giorno si sarebbe ipotizzato di limitare lo sbocco al mare degli italiani sulla base del territorio da cui provengono. Si vede che qualcuno ha scambiato i lombardi con i longobardi, e vuol rovinare la loro storia d’amore con le isole. Che dura almeno da quando, più di centocinquanta anni fa, sbarcarono in 437 a Marsala per liberare le due Sicilie (179 erano bergamaschi, 63 bresciani).
La polemica sul passaporto sanitario, che tenta Sardegna e Sicilia e fa infuriare il sindaco di Milano, in realtà è fondata sul nulla. Intanto perché per usare un passaporto ci vogliono frontiere, di cui le regioni non dispongono. E poi perché comunque non sarebbe sanitario, visto che non esiste un test che possa garantire l’immunità. Contribuisce però grandemente a peggiorare quella tendenza al sovranismo regionale che ha già più volte complicato la crisi del coronavirus, producendo un patchwork di normative locali. Si vede che qualche governatore si è un po’ montato la testa, e qualche sindaco l’ha un po’ persa. Suggeriremmo a tutti di darsi una calmata. Se gli amministratori litigano sul bagnasciuga, che cosa accadrà tra residenti e turisti sulle spiagge? Da oggi comincia la fase 2 giugno, festa della Repubblica. Una e indivisibile (articolo 5 della Costituzione).

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