Fonte: La Repubblica
di Goffredo De Marchis
“Per la prima volta i sondaggi ci danno sopra il 19% e il divario con i grillini è ai minimi. Salvini mette in crisi il Nord. Strade, treni, Internet: subito un piano per le infrastrutture”. Una donna come vice
Un partito per governare, dopo la grande depressione post 4 marzo. Nicola Zingaretti lancia la sfida. “Si è riaperta la speranza e ora dobbiamo con umiltà unire e cambiare. Non dobbiamo solo fare opposizione ma dare ai problemi che i gialloverdi cavalcano soluzioni migliori e aprire una nuova fase della democrazia”. Il neo segretario del Pd accarrezza gli effetti della sua elezione: “Per la prima volta in un anno – osserva – i sondaggi ci danno sopra il 19 per cento e la distanza con i 5 stelle é ai minimi. È il vero dato politico. Non dobbiamo illuderci ma cambiare tutto”. Illudersi no, umiltà sì. Eppure il nuovo leader del Pd vede spiragli che diventano porte, fessure che diventano crepe.
Sembra che abbia deciso che il tempo per infilarsi nelle difficoltà dell’esecutivo sovranista sia questo. Qui e ora. “In Italia – dice – c’è una situazione nuova: la Lega nazionalista di Salvini sta mettendo in crisi il Nord e la sua capacità di produrre. Di Maio si chiude nel bunker nella difesa dell’indifendibile. La fiducia nel Paese cala come cala la produzione, il fatturato e il lavoro. Le reazioni nelle piazze si moltiplicano”. Quindi niente giochetti. Figuriamoci i discorsi su alleanze spurie con gli attuali governanti. C’è una telefonata con Giuseppe Conte, niente di più. E al vicepremier grillino che gli propone di votare il salario minimo garantito, Zingaretti risponde: “Niente furbizie”.
Si comincia da questa base. Con l’idea di un’alternativa immediata, pronta. Tutto può succedere, tutto può crollare prima del previsto. È un auspicio, ma a giudicare dalla determinazione del neosegretario anche un pronostico. “Gli elettori di centro sinistra hanno risposto bene a leadership come Legnini o Zedda, di governo aperte e inclusive. Alle primarie 1 milione e 600 mila votanti e quasi il 70 per cento al candidato che chiedeva voltiamo pagina sono un messaggio straordinario”, aggiunge il governatore del Lazio. Una nuova fase? Ma dice davvero il segretario o è solo l’ebbrezza del momento? “No, dico davvero. Questa nuova fase della democrazia è tornata ad essere straordinariamente a portata di mano”.
Aprire, includere, incalzare, mettere il dito nelle contraddizioni gialloverdi. Basta? Zingaretti ha visto che le code ai gazebo di domenica erano in maggioranza composte da anziani. Il Pd deve recuperare un voto giovanile perso da anni. Per questo oggi spiega che tutto “comincia dal lavoro e dalla possibilità di crearlo grazie a un nuovo modello di sviluppo fondato sulla sostenibilità ambientale come ci chiede la storia Greta e una nuova generazione stanca di veder distrutto il pianeta dove dovranno vivere”. L’altro segnale è alle donne.
La sua vice dovrebbe essere Paola De Micheli, che è stata l’organizzatrice della campagna elettorale “Piazza Grande”. Lei e il governatore hanno stretto il sodalizio durante la ricostruzione post terremoto, quando De Micheli fu nominata commissario. In realtà c’è una rosa di nomi al femminile, oltre a De Micheli si fanno quelli di Roberta Pinotti, l’ex ministra della Difesa, e di Stefania Gasparini assessore a Carpi e presidente dem modenese.
La prima uscita da segretario è a Torino, la città della Tav, il nucleo della crisi del contratto di governo, il punto debole del rapporto tra Lega e mondo produttivo. Zingaretti ha visto Sergio Chiamparino. In cima all’Italia è stato attento a non scontentare il Paese più in basso. “Come parlo a Napoli della Tav, a Torino voglio parlare del Sud – spiega – . Si deve riaprire una stagione di grandi investimenti sui grandi temi di nostro sistema Paese. Al Sud c’è il tema dell’acqua e della velocità tra Napoli e Bari con infrastrutture ferroviarie moderne. E poi c’è il tema delle infrastrutture digitali da Palermo alla Val d’Aosta”. La scommessa, con un vento populista che soffia ancora, sembra un azzardo. Però Zingaretti vuole già disegnare un’Italia diversa.
“L’Italia per rimettersi in piedi – dice – ha bisogno di questo. Noi avevamo iniziato, forse non in maniera sufficiente, ma si era iniziato, e invece questo governo sta rimettendo indietro le lancette dell’orologio e il costo di questa incertezza lo si scarica sulle famiglie e sui ragazzi e le ragazze. L’Europa sta investendo sul futuro e invece l’Italia sembra con questo governo di aver smesso di investire sul proprio futuro”. Se le autonomie della Lega spaccano lo Stato, Zingaretti e Chiamparino parlano del modello Piemonte che prevede maggiori competenze solo su 12 materie, tra cui programmazione sanitaria e beni culturali. “La giusta sintesi tra l’efficienza anche economica della buona amministrazione e la tenuta dell’unità del Paese”.