Sono oltre 7 milioni e mezzo i bambini che necessitano di assistenza umanitaria: 650 mila sotto i cinque anni sono colpiti da malnutrizione cronica
Siria, 13 anni dopo. Dimenticare una guerra non si può: i numeri parlano di mezzo milione di vittime, 20 milioni di persone costrette ad abbandonare le proprie case, rifugiati all’estero o sfollati nel loro Paese. E — il dato è stato diffuso da Unicef — di 7,5 milioni di bambini che necessitano di assistenza umanitaria, più che in qualsiasi altro momento del conflitto: in 650.000 sotto i cinque anni sono colpiti da malnutrizione cronica. La situazione umanitaria, ulteriormente aggravata dal terremoto che ha colpito Turchia e Siria nel febbraio dell’anno scorso, resta disastrosa secondo le Nazioni Unite. Le sanzioni occidentali, assieme alla distruzione delle infrastrutture, hanno complicato la già grave crisi economica, con il 90% della popolazione che — secondo l’Onu — vive al di sotto della soglia di povertà.
Nonostante questo quadro e le tensioni regionali alimentate dal conflitto tra Hamas e Israele, il regime di Bashar Assad, alleato di Mosca e Teheran, pare saldo al potere, soprattutto dopo il sisma che ha permesso a Damasco di ottenere l’allentamento delle sanzioni. Da un anno, inoltre, la Lega Araba ha riammesso la Siria dopo una sospensione durata quasi un decennio. Allo stato attuale, la Siria nord occidentale resta sotto controllo delle milizie jihadiste sostenute da Ankara, quella nord orientale è sotto amministrazione curda, mentre nel resto del Paese rimane la presenza militare statunitense, quella russa e delle milizie libanesi di Hezbollah. Un quadro che non può certo migliorare la vita quotidiana dei civili. E soprattutto quella dei bambini.