22 Novembre 2024

ECONOMIA

Fonte: La Stampa

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La decisione della Banca centrale spiazza i mercati. Zurigo perde oltre il 10%

Una mossa inaspettata ma non imprevedibile. La Banca centrale svizzera ha cancellato il cambio fisso che da settembre del 2011 – nei mesi caldi della crisi dell’euro – aveva cercato di scongiurare un rafforzamento eccessivo del franco e che da tre anni lo teneva inchiodato a 1,20 contro la moneta unica. Il problema è che la stessa banca centrale neanche due mesi fa aveva assicurato i mercati che avrebbe difeso «con assoluta determinazione» la soglia minima decisa all’apice dell’eurocrisi, quando era cominciata una corsa agli acquisti della valuta elvetica. La banca ha anche deciso stamane un taglio ulteriore dei tassi di interesse a -0,75%. Il risultato è stata un terremoto in Borsa con Zurigo che è arrivata a perdere oltre il 10%.

 

COSA C’E’ DIETRO L’ABOLIZIONE DEL TETTO 

In sostanza il costo per gli svizzeri per impedire un rivalutazione eccessiva del franco, in vista del «quantitative easing» della Bce ma alla luce anche della fuga di molti capitali colpiti dalla crisi russo-ucraina verso la Confederazione, è considerato, ora e in prospettiva, eccessivo. La Banca centrale ha preferito rischiare di lasciare il franco a briglie sciolte, anche perché dopo l’indebolimento degli ultimi mesi, non considera più del tutto negativo un apprezzamento. Ma anche per evitare che quella soglia salti per le pressioni dei mercati.

 

IL FRANCO VOLA, EURO AI MINIMI 

La decisione a sorpresa ha choccato i mercati: il franco è schizzato in pochi istanti del 27%, a 0,86 contro l’euro, per poi risalire, dopo una notevole altalena, sopra la soglia di un euro. Il rafforzamento contro il dollaro ha spinto la valuta elvetica a quota 0,75 per poi ripiegare a 0,89. Il problema, spiega il comunicato di stamane dell’istituto monetario, è che le circostanze «eccezionali e temporanee» che avevano portato alla decisione dell’autunno del 2011, evidentemente, non ci sono più. Le insidie, però, ci sono.

 

LE STRATEGIA DI FED E BCE 

Le divergenti traiettorie delle banche centrali più influenti – la Fed che va verso un rialzo dei tassi di interesse mentre la Bce resterà lungo agli attuali minimi storici e si prepara al quantitative easing – hanno determinato negli ultimi mesi un forte indebolimento della moneta unica che ha trascinato con sé la valuta elvetica. «In queste circostanze» sostiene la banca, mantenere il tetto «non è più giustificato».

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