19 Settembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

di Claudio Del Frate

Passa a larga maggioranza un provvedimento che rende più veloce la naturalizzazione degli stranieri sotto i 25 anni: dovranno condividere i valori della Costituzione

Svizzera (all’apparenza) sulle montagne russe in tema di immigrazione: con il 60,4% circa dei consensi gli elettori della Confederazione hanno detto sì a una riforma che renderà più facile le naturalizzazioni degli immigrati più giovani residenti in Svizzera. Una presa di posizione che sembra contraddire altri pronunciamenti recenti del popolo elvetico che aveva manifestato atteggiamenti di chiusura nei confronti degli stranieri. Il più eclatante di questi fu il voto del 9 febbraio del 2014 con la quale venne chiesto di introdurre un tetto annuale per gli immigrati e i lavoratori stranieri. Volontà passata tra la sorpresa generale ma da allora rimasta praticamente inattuata, anche per l’altolà posto al governo di Berna da parte dell’Unione Europea che con la Svizzera ha sottoscritto accordi di libera circolazione delle persone.

Sì anche dal Canton Ticino
Il provvedimento passato oggi, domenica, riguarda in particolare gli stranieri di terza generazione: i nipoti di quanti immigrarono in Svizzera potranno ottenere la cittadinanza prima dei 25 anni con una procedura molto più semplificata rispetto a quella attuale : dovranno dimostrare di essere ben integrati, di accettare i valori della Costituzione, aver frequentato scuole locali per almeno cinque anni, parlare correntemente una delle tre lingue nazionali e non dipendere da aiuti pubblici per il mantenimento. In precedenza la naturalizzazione doveva passare per un processo burocratico lento e spesso dispendioso economicamente per lo straniero. Il governo aveva preso posizione favorevole alla riforma, non così l’Udc, il partito della destra nazionalista elvetica che rappresenta la maggioranza relativa dell’elettorato. L’Udc aveva fatto campagna elettorale ritenendo le naturalizzazioni più facili una minaccia per la sicurezza nazionale; aveva fatto ricorso anche a manifesti in cui mostrava una donna coperta da un burqa. Il sì è passato, seppur di stretta misura (5o,2%) anche in Canton Ticino, regione dove nel recente passato si era manifestata con più forza la contrarietà a presenze straniere.

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