19 Settembre 2024

Fonte: La Stampa

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di Cecilia Attanasio Ghezzi

È Renho Murata, padre taiwanese e madre giapponese. «La diversità è un valore»


«Vorrei che ciascuno di voi mi aiutasse a creare un partito che propone invece di criticare… è così che un giorno diventeremo la scelta del Giappone». Renho Murata, classe 1967, padre taiwanese e madre giapponese, è la prima donna e in assoluto il primo “sanguemisto” ad essere scelta per guidare uno dei principali partiti del Giappone.

Un’alternativa ai liberali
Giornalista ed ex presentatrice televisiva è convinta che la priorità del suo partito democratico sia quella di riqualificarsi come seria alternativa al partito liberal democratico che, a capo della sua coalizione, ha la maggioranza in entrambe le camere del parlamento. «D’ora in avanti ci confronteremo con un gigantesco Partito di governo» ha dichiarato appena eletta.

I tre volti femminili della politica nipponica
La Renho, come ama farsi chiamare, è la terza donna in due mesi a conquistare un ruolo di spicco nella politica giapponese. A luglio Yuriko Koike è stata eletta governatore di Tokyo e lo scorso mese Tomomi Inada è stata scelta come ministro della difesa divenendo di fatto il più probabile prossimo candidato premier per il partito di governo.
Eccezioni in un parlamento dove le quote rosa non raggiungono nemmeno il 10 per cento nella camera bassa e il 20 per cento nella camera alta. Anche le promesse del premier Shinzo Abe di arrivare al 30 per cento delle posizioni di rilievo occupate da donne nei settori pubblico e privato sono ancore lontane dall’essere realizzate.

Un’isola conservatrice
Nella conservatrice società giapponese fa notizia anche il fatto che la Renho abbia un genitore “straniero”. Il Sol Levante continua a pensarsi un’isola abitata da una popolazione grossomodo omogenea anche se i matrimoni misti sono in crescita. Nel 2015 erano il 3,3 per cento contro lo 0,5 della fine degli anni Sessanta. «Ci saranno più discussioni all’interno del partito su come il Giappone possa promuovere valori come diversità e coesistenza», ha sottolineato nel suo primo discorso da leader del partito democratico.

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