Fonte: La Stampa
di Marta Ottavi
Il presidente supera il 50% dei consensi
In Turchia c’è chi ha iniziato a festeggiare dalla prima serata e chi promette ricorsi. Chi canta e chi sulle catene su WhatsApp urla ai brogli e incita gli altri a non mollare perché non è finita. Lui, Recep Tayyip Erdogan si prepara a governare per altri cinque anni, e in modo assoluto, la Turchia, forte di un consenso popolare che sembra inesauribile e di un sistema di informazione ormai completamente piegato.
L’election day turco per lui ha avuto solo buone notizie. Il presidente è stato riconfermato con il 52,8% dei consensi. Il suo principale sfidante, Muharrem Ince, ha sfiorato il 31%. La prima candidata donna alla presidenza della Repubblica, Meral Aksener, si deve accontentare di un modesto 7,4% mentre il candidato curdo Demirtas, pur avendo fatto campagna elettorale dal carcere ha conquistato l’8%.
Luce verde anche per quanto riguarda il voto politico.
La coalizione formata dal partito di Erdogan l’Akp e il partito nazioalista il Mhp ha è attestata sul 53,8% dei consensi e conquista in totale al momento 342 seggi, che permettono loro di gestire la maggioranza con una certa comodità. La coalizione formata dai laico-repubblicani del Chp e i conservatori dell’Iyi parti, ha conquistato il 32,8% dei consensi pari a 192 deputati. Molto importante l’ingresso dei curdi in parlamento, con 66 deputati che permettono loro di stringere alleanze con i due poli in modo assolutamente indipendente.
Questi i dati che sono circolati sui principali media e che vengono fortemente contestati dal Chp, secondo il quale lo spoglio sarebbe ancora in corso e la YSK, l’alta commissione elettorale avrebbe convalidato solo il 40% delle schede. Il partito di opposizione ha dichiarato di essere pronto al ricorso e che andrà avanti tutta la notte finché i risultati che loro considerano ufficiali non saranno resi noti.
L’Akp, dal canto suo considera la partita già chiusa. Il portavoce del partito ha bollato come ’irresponsabili e inaccettabili’ le accuse di brogli. Recep Tayyip Erdogan in una prima dichiarazione, lo ha detto molto chiaramente: indietro non si torna.