24 Novembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

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di Beppe Severgnini

Dall’autoradio è uscita una frase del ministro della Difesa Roberta Pinotti, e credevo d’aver sentito male: «Quando la Turchia era fortemente motivata a entrare nell’Unione Europea le fu dato lo stop dalla Francia di Sarkozy, oggi si riapre questa opportunità».
Mi sbagliavo. La frase è stata effettivamente pronunciata, durante un’intervista a Maria Latella su SkyTg24.

Una curiosa opportunità davvero. Breve riepilogo della recente cronaca turca. Pochi giorni fa l’abbattimento di un aereo russo Sukhoi sul confine turco-siriano; l’arresto di Can Dündar, direttore del quotidiano Cumhuriyet e di Erdem Gul , caporedattore ad Ankara del giornale antigovernativo; l’assassinio di Tahir Elci, il capo degli avvocati curdi, sabato a Diyarbakir. Martedì una bomba vicino alla stazione della metro di Bayrampasa. Ieri le gravissime accuse dei vertici militari russi al presidente turco Erdogan.

Secondo Mosca – non una fonte imparziale, certo – il presidente e la sua famiglia sono coinvolti nel traffico di petrolio con lo Stato Islamico.
«In cinque giorni sono avvenute più cose in Turchia che in cinquant’anni in un Paese scandinavo», dice un diplomatico europeo citato dal Sole 24 Ore . Sembra un buon riassunto.

Anni di negoziati non hanno portato a nulla, nonostante amici potenti a Roma e a Londra (Silvio Berlusconi, Tony Blair). C’è un motivo. La Turchia non è nell’Unione Europea perché non è pronta. La religione – 98% di musulmani (68% sunniti, 30% sciiti) – non conta. Contano i clamorosi ritardi strutturali. Contano le censure ai social media, le intimidazioni ai giornali, gli attacchi alla libertà di espressione, le brutalità poliziesche. E pesano le tragedie senza spiegazioni, come quella del 10 ottobre: strage alla marcia pacifista, 95 morti.

Dispiace per i molti turchi che ci hanno creduto, per quelli che l’Europa la meritano. Ma è un carico che l’Unione Europea non può assumersi: dobbiamo unirci, non dividerci; concentrarci, non diluirci.

La Turchia, oggi, non rispetta la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. Che nessuno mai cita: ma è alla base di tutto.

Le alleanze militari e le opportunità economiche sono più importanti? Non è vero: contano i principi. Se svendiamo quelli, buonanotte Europa.

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