Fonte: Sole 24 Ore
di Stefania Arcudi e Paolo Paronetto
A sostenere il mercato non basta l’accordo in Usa su 900 miliardi di stimoli all’economia. Gli indici europei erano arrivati a perdere anche oltre il 3%: si teme una terza ondata che potrebbe complicare la campagna vaccinale. Spread in rialzo verso 120 punti
Le Borse europee, nella prima seduta della settimana di Natale, si muovono in forte calo, con ribassi arrivati in avvio anche oltre il 3%, per poi stabilizzarsi attorno ai due punti: la paura per la «variante inglese» del Covid-19 mette il freno agli indici e offusca le notizie arrivate dagli Stati Uniti, dove, dopo mesi di stallo tra democratici e repubblicani, il Congresso americano ha raggiunto l’accordo su un piano da circa 900 miliardi di dollari a sostegno dell’economia, fortemente indebolita dalla crisi sanitaria.
Sull’annuncio dell’accordo, però, prevalgono le preoccupazioni per il numero crescente di contagi e per le mutazioni del virus, che hanno spinto vari Paesi (tra cui l’Italia) ha fermare i voli da e per il Regno Unito. E’ inoltre attesa una riunione straordinaria a livello europeo. Tutto questo fa anche crollare i prezzi del greggio: lockdown e restrizioni rischiano di frenare ulteriormente una domanda che fatica a ripartire.
Inoltre, se è vero che il prossimo avvio della campagna vaccinale potrebbe rappresentare una svolta nel contrasto al Covid (in Ue è atteso già oggi il via libera dell’Ema al vaccino di Pfizer/Biontech) è anche vero che ci vorranno mesi perché possa essere portata a termine. Mesi in cui la popolazione è esposta al rischio di una terza ondata di contagi con le inevitabili restrizioni negative per l’andamento della congiuntura.
Intanto entra nel vivo la partita sulla Brexit. La scorsa settimana la sterlina ha guadagnato terreno, segnale che il mercato crede nell’intesa tra le parti a due settimane dalla scadenza. Eppure tra le parti le distanze restano e lo scenario del «no deal» resta uno spettro con cui fare i conti.
A Piazza Affari male industriali e petroliferi, si salva Diasorin
Tra i titoli milanesi a maggiore capitalizzazione, Telecom in avvio è entrata in asta di volatilità con un calo del 6,9% ed è poi rientrata in contrattazione, con ribassi superiori a due punti. Male anche Leonardo e Saipem, mentre guadagna terreno in controtendenza solo Diasorin. Nel resto del listino Mediaset (in volatilità a -9,18%, per poi rientrare in forte ribasso), sebbene l’a.d. Pier Silvio Berlusconi abbia annunciato un utile «sorprendente» per l’esercizio 2020.
Petrolio in calo, Wti sotto 48 dollari
Quotazioni del petrolio in netto calo in avvio di settimana sui timori di una mutazione del virus che possa rallentare ulteriormente l’economia. I prezzi cedono il 3% rispetto ai valori di venerdì: il greggio Wti scende così sotto i 48 dollari a 47,50 dollari (49,10 venerdì a fine giornata) mentre il Brent si ferma a quota 50,65 dollari.
Spread in rialzo verso 120 punti, clima pesante per i mercati
Forte rialzo lo spread tra BTp e Bund, sul mercato secondario Mts dei titoli di Stato, in un clima pesante per i mercati europei dopo le notizie di una nuova variante del Covid-19 individuata in Gran Bretagna su tutti i bond dell’Eurozona. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005422891) e il pari durata tedesco è indicato a 117 punti base dai 113 del finale di venerdì, dopo una settimana in cui aveva segnato il minimo da oltre quattro anni a 110 punti base. In lieve calo invece il rendimento del decennale italiano allo 0,56% dallo 0,57% dell’ultimo riferimento della vigilia.
Tokyo sconta la paura per la «variante inglese» del Covid
Chiusura debole per la Borsa di Tokyo con i timori per la pandemia che pesano sul morale degli investitori, relegando in secondo piano l’accordo raggiunto a Washington su un nuovo piano di stimoli all’economia statunitense. L’indice Nikkei dei titoli guida ha perso lo 0,18% a 26.714,42 punti e il più ampio indice Topix è sceso dello 0,23% a 1.789,05 punti.