Il supplemento Ideas del quotidiano «El Pais» dedicava ieri la copertina a quello che in spagnolo chiamano «Malminorismo» (sottotitolo «il dramma di votare con la narice tappata»)
In mancanza di meglio, ci si accontenti del meno peggio. Il supplemento Ideas del quotidiano «El Pais» dedicava ieri la copertina a quello che in spagnolo chiamano «Malminorismo» (sottotitolo «il dramma di votare con la narice tappata»), concetto non lontano da quello che Indro Montanelli espresse nel 1976 con il celebre invito a turarsi il naso e votare DC pur di arginare la temuta onda comunista
Ora quell’appello assurge a movimento di resistenza internazionale in direzione ostinata e contraria. In italiano (cambiando una sola vocale), si direbbe il «malminorismo» e vedremo se il termine si diffonderà anche nel nostro vocabolario, a designare la scelta del male minore non più di fronte al comunismo ma all’avanzata della destra estrema populista, sia essa quella di Marine Le Pen o quella di Donald Trump.
La desistenza francese, al momento, sarebbe l’espressione più aggiornata del «malminorismo», una strategia che richiede la giusta dose di disincantato (o disperato) realismo, e che si oppone al protagonismo di chi opta, costi quel che costi, per i propri ideali allo stato puro, specie quando non ci sono. Un protagonismo illusionista («solo io vi salverò») spesso speculare e identico a quello che si vorrebbe combattere. Si sa che un «malminorismo» ante litteram, in Italia, avrebbe dovuto animare quella specie di cordone sanitario che era il «campolarghismo». Rivelatosi, in mancanza di meglio, non il meno peggio ma il più peggio.