22 Novembre 2024

C’è l’accordo bipartisan per superare la norma di epoca vittoriana che prevede il carcere a vita per le donne che interrompono la gravidanza

Una legge di epoca vittoriana, un voto storico al Parlamento di Londra: l’Inghilterra si prepara, il mese prossimo, a decriminalizzare l’aborto. Perché può sembrare incredibile, ma Oltremanica l’interruzione di gravidanza è tuttora disciplinata da una legge del 1861 che commina fino al carcere a vita alle donne che decidono di abortire: solo grazie a una deroga approvata nel 1967 è consentito interrompere la gravidanza sulla base del parere di due medici ed entro le 24 settimane. Altrimenti, si incorre nel codice penale dell’Ottocento.
Ma adesso è emersa a Westminster una maggioranza bipartisan in favore di una svolta: a marzo la deputata laburista Diana Johnson presenterà un emendamento alla legge del 1861 per far sì che l’aborto non sia più considerato un crimine, ma una scelta che riguarda la salute delle donne. La questione è diventata di attualità dopo che almeno 100 donne, dopo il 2018, sono incorse nei rigori della legge per aver abortito illegalmente: in alcuni casi sono state arrestate in casa, ammanettate e trascinate in cella. Tuttavia c’erano state forti resistenze ad affrontare la questione, nel timore di importare dall’America quelle guerre culturali che lì hanno polarizzato la società. Alla fine però il buon senso ha prevalso e si è trovato il consenso per porre fine a un anacronismo non più giustificabile.

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