Fonte: La Repubblica
di Tonia Mastrobuoni
La presidente designata in audizione al Parlamento europeo: “Spero di non dovere mai dire ‘Whatever it takes'”. Il richiamo ai Paesi a fare la loro parte: “Le banche centrali non sono gli unici attori in campo”
“Io c’ero quando Mario Draghi ha pronunciato il suo ‘whatever it takes’ e spero di non doverlo mai dire perché vorrà dire che gli altri decisori politici non avranno fatto quello che avrebbero dovuto fare”. La presidente designata della Bce Christine Lagarde ha affrontato le due ore e mezzo di domande dei parlamentari europei con piglio deciso. Uno dei messaggi centrali è stato che “molti paesi hanno ancora margini fiscali, sono entro lo 0,5% di disavanzo”.
C’è spazio, insomma, per Paesi come la Germania perché mettano in campo pacchetti di rilancio dell’economia. Tanto più in vista di un autunno che nasconde, ha aggiunto l’ex numero uno del Fmi, “rischi di seria natura” a causa delle tensioni commerciali e della Brexit. I governi devono fare la loro parte, in un contesto che si sta annuvolando e in cui la Bce non ha più i margini di intervento che poteva avere all’inizio della Grande crisi. Anche riguardo alle riforme strutturali, che restano “una missione incompiuta”. Le banche centrali, ha insistito Lagarde, “non sono gli unici attori in campo”.
La sua priorità è stata segnalare la continuità con la traiettoria di Mario Draghi ribadendo a più riprese che l’inflazione è “troppo bassa” e che la politica monetaria “dovrà rimanere accomodante per un periodo di tempo prolungato”. E allargando il campo al resto del mondo, alle principali banche centrali che continuano a mantenere politiche economiche da ‘colombe’, Lagarde ha sottolineato che “l’inflazione bassa pone sfide a tutte le banche centrali, non solo alla Bce”.
La futura numero uno di Francoforte ha anche voluto sottolineare l’importanza fondamentale di una qualità che Draghi ha mostrato durante la sua presidenza e Lagarde stessa durante la sua direzione del Fmi: “agilità”. Capacità di cambiare prospettiva – come il Fondo ha fatto sui moltiplicatori – o di adottare misure straordinarie, come la Bce ha fatto in questi anni. “Durante la Grande crisi la Bce ha aggiustato il tiro, è stata agile, e senza le misure non convenzionali la crescita sarebbe stata di due punti in meno”, nell’eurozona. La Bce, ha osservato, “ha scongiurato la deflazione, ha prodotto crescita e posti di lavoro”.
Altro che le bordate che continuano ad arrivare dalla Germania contro i tassi bassi che avrebbero depredato i risparmiatori. E, a proposito di critiche ricorrenti sull’atteggiamento dei decisori politici e finanziari durante la Grande crisi, Lagarde ha puntualizzato che attraverso il salvataggio delle banche “sono stati tutelati i risparmi delle persone”
Ma l’ex ministra della Finanze francese si è detta anche pronta ad alcune riflessioni importanti, ad esempio sull’idea del governatore della Banca centrale d’Inghilterra di una convergenza di alcune grandi banche centrali per coniare una criptovaluta. E Lagarde non si tira indietro neanche dinanzi alla discussione in atto su “come considerare l’obiettivo dell’inflazione ‘vicino o sotto’ al due per cento”, target statutario di Francoforte.