19 Settembre 2024

Robert F. Kennedy, avvocato ambientalista democratico apprezzato dai suprematisti bianchi più che dal suo partito e per questo tenuto ai margini dal clan dei Kennedy, ora può diventare l’ago (instabile) della bilancia nell’elezione del prossimo presidente Usa

e stragi nelle scuole americane non dipendono dalla diffusione di micidiali armi da guerra ma dal ricorso eccessivo a farmaci antidepressivi come il Prozac. I vaccini provocano l’autismo e uccidono molti bambini. Il Covid 19 è stato concepito per colpire le etnie bianche (mettendo al riparo cinesi e ebrei ashkenaziti). Anthony Fauci è stato «protagonista dello storico colpo di stato del 2020 contro le democrazie occidentali». Nel 2001 le Torri gemelle di New York sono state abbattute da una congiura interna, non da Al Qaeda. E, per finire, John Kennedy, suo zio, è stato assassinato dalla Cia. Sostenitore di queste ed altre teorie cospirative più o meno fantasiose, con una gioventù sconvolta dai lutti (anche il padre, Robert Kennedy, ammazzato quando lui aveva 14 anni) e dalla dipendenza dall’eroina, Robert F. Kennedy, un avvocato ambientalista democratico apprezzato dai suprematisti bianchi più che dal suo partito e per questo tenuto ai margini dal clan dei Kennedy, ora può diventare l’ago (instabile) della bilancia nell’elezione del prossimo presidente Usa.
Da candidato democratico ha spaventato Biden col 10-20 per cento di consensi che gli vengono attribuiti dai sondaggi: non abbastanza per puntare alla nomination, ma forte segnale del malessere che serpeggia a sinistra con molti elettori tentati dalle tesi strampalate ma spesso suggestive di un Kennedy. L’allarme democratico diventerà panico se, come pare probabile, lo stralunato discendente della dinastia politica più amata d’America annuncerà (magari già dopodomani a Filadelfia) l’abbandono del partito di suo padre e suo zio per candidarsi come indipendente. Non arriverà alla Casa Bianca (il sistema americano non dà molte chance ai candidati terzi) ma potrà comunque essere decisivo. A destra c’è chi dice che toglierà voti a Trump: spina nel fianco dei democratici, è stato spesso lodato da The Donald mentre molti trumpiani lo volevano come suo vice. In realtà nei guai è soprattutto Biden: l’elettorato di Trump è minoritario ma compatto, facile da richiamare all’ordine, mentre il presidente non entusiasma: i democratici che nei sondaggi lo invitano a non ricandidarsi ora avranno, oltre all’alternativa del voto per l’accademico afroamericano Cornel West, candidato dei verdi, anche quella di RFK: un nome che amano e che li affascina. Senza, magari, sapere molto delle sue idee.

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