23 Novembre 2024

Fonte: La Stampa

di Ugo Magri

Il presidente invita a superare le asprezze della campagna elettorale

Sergio Mattarella ha cortesemente informato i leader che domenica l’Italia è andata alle urne, il popolo ha detto la sua, chi ha avuto ha avuto e, dunque, ormai non ha più senso darsele di santa ragione come se la campagna elettorale fosse ancora nel vivo. È arrivato il momento di abbassare il volume e di valutare la situazione per come si presenta. La parola cui i presidenti, di regola, ricorrono in questi casi è: «responsabilità». L’attuale inquilino del Quirinale l’ha pronunciata nel mezzo di un importante discorso sulla condizione femminile in Italia, in occasione dell’8 marzo. «Abbiamo ancora», ha detto, «e avremo sempre bisogno del senso di responsabilità di saper collocare al centro l’interesse generale del paese e dei suoi cittadini».

La battuta (con sorriso)
Nella calca degli invitati, alla fine della cerimonia, viene chiesto a Mattarella cosa si attende da questo suo appello a tenere comportamenti responsabili. Con un sorriso, il presidente domanda a sua volta: «Mi ascolteranno?». Se non subito, prima o poi saranno obbligati. Un po’ per effetto della moral suasion presidenziale che il capo dello Stato certamente dispiegherà; ma poi anche perché, se lo stallo dovesse trascinarsi oltre il ragionevole, l’Europa e i mercati mostrerebbero segni crescenti di impazienza, in una escalation destinata a mettere con le spalle al muro chi non volesse aiutare la stabilità. Sul Colle nessuno si augura un bis del 2011, quando l’Italia finì nel gorgo della crisi finanziaria, anzi il calo dello spread registrato ieri viene accolto con grande sollievo. Tuttavia chiunque tra i leader tenga al bene comune viene con garbo istituzionale esortato a farsi avanti, lasciando cadere veti e pregiudiziali.

Le grandi manovre
Dalle reazioni, come al solito, sembrerebbero tutti disponibili e pronti a dare una mano. Di Maio era ieri tra gli ospiti nel salone dei Corazzieri, un modo anche simbolico di rimarcare la svolta istituzionale grillina, e comunque Toninelli ricorda come «noi cinquestelle questo senso di responsabilità lo portiamo avanti già dalla campagna elettorale». Circostanza insolita, Salvini dà pure lui ragione al capo dello Stato, «gli interessi degli italiani vengono prima di tutto». E Lotti (a nome del «giglio magico» renziano) esclude che il richiamo presidenziale possa riferirsi al Pd, si vada semmai a misurare le intenzioni dei vincitori. Ma il più convinto di tutti che sia ora di mostrarsi responsabili è senza dubbio Berlusconi. Non plaude alle parole di Mattarella, però pochi minuti dopo rende noto che farà «tutto il possibile, con la collaborazione di tutti, per consentire all’Italia di uscire dallo stallo». Se il Colle ne sia stato in qualche modo informato prima, impossibile sapere. Certo l’«ambasciatore» Gianni Letta è tornato in azione, e non soltanto lui: Brunetta ha aperto un canale di confronto col Quirinale sui criteri che dovrebbero presiedere il conferimento dell’incarico: per l’esponente «azzurro», ne avrebbe titolo il leader della coalizione vincente. Sullo sfondo, i «rumors» che vorrebbero Fi e Pdr (partito di Renzi) determinatissimi a impedire un ritorno alle urne che potrebbe spazzar via entrambi. Dopo lo schema abortito del governo M5S-Pd, va ora di moda la coalizione «di scopo», che sarebbe guidata da un esponente di centrodestra (non da Salvini, però) con l’appoggio esterno Pd. Dall’alto Mattarella osserva le grandi manovre, e se ne tiene prudentemente fuori.

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