Fonte: La Stampa
di Marco Zatterin
Tra il 2009 e il 2010 Najim Laachraoui trascorse due mesi come addetto alle pulizie
Nel curriculum dell’artificiere degli attentati di Parigi e Bruxelles saltano fuori anche due stage come addetto alle pulizie del Parlamento europeo. Fonti ufficiali dell’assemblea comunitaria hanno confermato che nell’estate 2009 e nel 2010 uno dei due terroristi che si è fatto è esplodere all’aeroporto di Zaventem ha lavorato nell’istituzione, impiegato da una società esterna nei lavori di pulizia con un contratto per studenti. Le generalità non sono state diffusi, ma risulta a La Stampa che si tratti di Najim Laachraoui, identità reale dietro al nome di battaglia Abu Idris, uno dei due kamikaze con un guanto solo responsabili degli attacchi nell’aeroporto di Bruxelles.
Secondo le fonti parlamentari, in quel momento la società di pulizia consegnò all’amministrazione tutte le debite informazioni sul ragazzo che all’epoca non aveva ancora vent’anni dichiarando la sua natura di incensurato. Cittadino belga, morto a 25 anni, Najim Laachraoui era originario di Schaerbeek. Nel febbraio 2013 era partito per la Siria come “foreign fighter” e dal marzo 2014 nei suoi confronti era stato spiccato un mandato d’arresto internazionale. Nel 2009 si era diplomato all’Institut de la Sainte Famille d’Helmet, una scuola cattolica del suo comune. «Un allievo modello, non perdeva una lezione», ha raccontata la direttrice. Al punto da ottenere per due anni di seguito un lavoro all’Europarlamento.
L’infiltrazione e i contatti fra la moltitudine di persona che prestano o hanno prestato servizio nell’assemblea comunitaria è oggetto di voci di corridoio continue a Bruxelles. Tempo fa risulta che due autisti della ditta che lavorava per il parlamento siano stati allontanati perché sospesati di avere contatti nel mondo jihadista. C’è chi crede che i miliziani islamici siano ovunque, nelle principali ditte e istituzioni della capital europea. «Lo dicono quelli della sicurezza – racconta una fonte – ma spesso ho l’impressione che vogliano solo mantenersi i prima linea». L’allerta resta elevato e così la severità (spesso esagerata) dei controlli persona