16 Settembre 2024

Agevolazione per ridurre la platea di giovani che non studiano e non lavorano. L’incentivo è valido per 12 mesi su contratti stabili o di apprendistato. Stimati 70mila ingressi

Per iniziare a contrastare l’esercito di “Neet”, vale a dire i 3 milioni di giovani che non studiano e non lavorano, il governo Meloni è pronto a mettere in campo un nuovo incentivo “rafforzato”. I dettagli sono contenuti nella bozza del decreto Lavoro attesa sul tavolo del Cdm nei prossimi giorni.
La novità è questa: ai datori privati che assumono under30 Neet e registrati al programma operativo nazionale “Iniziativa occupazione giovani” è riconosciuto un incentivo per un periodo di 12 mesi pari al 60% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali. La bozza di norma spiega che si deve trattare di nuove assunzioni effettuate a decorrere dal 1° giugno e fino a fine anno. Il contributo è riconosciuto per le assunzioni a tempo indeterminato, anche a scopo di somministrazione, e per l’apprendistato professionalizzante (l’apprendistato di secondo livello). L’incentivo non si applica ai rapporti di lavoro domestico.
Secondo la relazione tecnica, nel 2023 la misura può produrre circa 70mila nuove assunzioni di giovani under30, delle quali il 56% (39mila individui) con un contratto stabile o di apprendistato professionalizzante, per una retribuzione media mensile (calcolata sul 2021) pari a 1.300 euro.
L’agevolazione è corrisposta mediante conguaglio nelle denunce contributive mensili. La domanda per la fruizione dell’incentivo è trasmessa, attraverso apposita procedura telematica, all’Inps, che, entro cinque giorni, sempre on line, comunica la disponibilità di risorse per l’accesso all’incentivo. In caso positivo, a favore del richiedente, scatta una riserva di somme pari all’ammontare previsto dell’incentivo. Entro sette giorni dovrà essere firmato il contratto incentivato, ed entro i successivi sette giorni, si dovrà comunicare a Inps, ancora in via telematica, l’avvenuta stipula del rapporto di lavoro. In caso di mancato rispetto di questa tempistica il richiedente decade dalla riserva di somme operata in suo favore, che vengono quindi rimesse a disposizione di ulteriori potenziali beneficiari.
Una novità di questo incentivo è che è cumulabile con l’esonero totale (triennale) per nuove assunzioni (incluse le trasformazioni di rapporti a termine) a tempo indeterminato di under36 effettuate dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023, prorogato dall’ultima legge di Bilancio, ma anche con altri esoneri o riduzioni delle aliquote di finanziamento previsti dalla normativa vigente (ovviamente limitatamente al periodo di applicazione degli stessi). In caso di cumulo con altra agevolazione, l’incentivo è riconosciuto nella misura del 20% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali per ogni lavoratore Neet assunto.
Le somme sono riconosciute da Inps in base all’ordine cronologico di presentazione delle domande (cui abbia fatto seguito l’effettiva stipula del contratto incentivato). In caso di insufficienza dei fondi, l’Istituto non prende più in considerazione ulteriori domande, fornendo immediata comunicazione anche attraverso il proprio sito istituzionale.
La misura è coperta, per il 2023, con 80 milioni a valore sul programma operativo nazionale “Iniziativa occupazione giovani”, secondo la ripartizione regionale individuata da un provvedimento Anpal da emanarsi entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto Lavoro. Per il 2024 la copertura è stimata in 51,8 milioni.
Il tema Neet è quanto mai urgente (e di fatto rappresenta il vero flop di Garanzia giovani). Abbiamo superato quota tre milioni di persone, ovvero un giovane su quattro nella fascia d’età 15-34 anni (25,1%). Se si riporta il dato a un confronto europeo, considerando la fascia d’età 15-29 anni stabilita dalla Ue per identificare il fenomeno, l’Italia registra il più alto tasso di Neet (23,1%) contro una media del 13,1% per i 27 Paesi dell’Unione . Un tasso sostanzialmente invariato nell’ultimo decennio e ben lontano dall’obiettivo fissato da Bruxelles di vederlo ridotto al 9% entro il 2030.
«La platea dei Neet è costituita essenzialmente da drop out scolastico e da ragazzi che hanno finito la scuola ma non riescono a inserirsi nel mondo del lavoro. C’è quindi prima di tutto un tema di riattivazione di queste persone – ha sottolineato Maurizio Del Conte, professore di diritto del Lavoro all’università Bocconi, e tra i principali esperti italiani di politiche attive e formazione -. Serve quindi andarli a cercare, lavorare sulle competenze, soprattutto soft skills, per renderli occupabili. Sono partite alcune interessanti sperimentazioni in questa direzione, che ora vanno approfondite. Certo tutto aiuta, anche gli incentivi economici. Ma senza un intervento organico, da soli, rischiano di non centrare l’obiettivo».

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