22 Novembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

economia

di Lorenzo Salvia

Un decreto legge sembra escluso. Le modifiche al Jobs act per disinnescare parte del referendum promosso dalla Cgil potrebbero arrivare direttamente in Parlamento

Un decreto legge sembra escluso. Le modifiche al Jobs act per disinnescare parte del referendum promosso dalla Cgil potrebbero arrivare direttamente in Parlamento. Senza esporre troppo il governo, che si limiterebbe a giocare di sponda. L’idea è sfruttare il treno in corsa del cosiddetto Jobs act per gli autonomi, il disegno di legge che modifica alcune regole per le partite Iva. Martedì prossimo sarà sul tavolo della commissione Lavoro della Camera. Ha il vantaggio di essere già stato approvato al Senato e di viaggiare su una corsia preferenziale perché «collegato» alla manovra dell’anno scorso.

Il lavoro nero
Per questo potrebbero essere introdotte qui le modifiche ai voucher, i buoni da 10 euro l’ora nati per combattere il lavoro nero ma accusati di essere usati al posto dei contratti veri e propri per pagare meno i dipendenti. I voucher tornerebbero alle regole originarie del 2003, quando vennero introdotti. Sarebbero utilizzabili solo per le «prestazioni occasionali e accessorie»: i lavoretti domestici, di giardinaggio e di consegna a porta a porta che spesso venivano (e vengono ancora) fatti in nero. Verrebbero così eliminate quelle progressive estensioni del campo di applicazione dei voucher che negli anni li hanno resi utilizzabili in tutti i settori. Ma non basterà a disinnescare tutto il referendum. L’intervento sui potrebbe annullare solo uno dei tre quesiti promossi dalla Cgil. Ne resterebbero in piedi altri due.

Le regole
Il primo potrebbe essere superato con una modifica a basso impatto: la cancellazione dell’obbligo, per l’azienda che vince un appalto, di garantire che anche il sub appaltatore rispetti tutte le regole. Eliminando questa sorta di responsabilità soggettiva anche il secondo quesito potrebbe cadere.

Gli autonomi
E pure questa modifica è allo studio della maggioranza e del governo, e potrebbe essere inserita sempre nel Jobs act per gli autonomi. Ma il punto decisivo è il terzo quesito, che riguarda la modifica all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. La Cgil chiede la cancellazione dell’articolo del Jobs act che ha eliminato quasi del tutto le sanzioni e il reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo. È il cuore della riforma voluta da Renzi. Una modifica anti referendum sarebbe complessa dal punto di vista tecnico. Ma il nodo è politico. Tornando al vecchio articolo 18 il governo Gentiloni sconfesserebbe il governo Renzi. I ministri sono gli stessi. Difficile da immaginare.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *