Fonte: La Repubblica
di Flavio Bini
Giornata interlocutoria sui mercati, Milano sale dello 0,16%. Il differenziale resta sotto osservazione: è atteso entro stasera a Bruxelles il documento che sintetizza la Manovra. Intesa Sanpaolo rassicura: anche se raggiunge i 400 punti non è necessario un aumento di capitale
Le Borse europee risalgono la china dopo una mattinata iniziata all’insegna della debolezza, in scia agli avvertimenti lanciati nel fine settimana dal meeting annuale del Fondo Monetario a Bali sui rischi di fragilità dell’economia globale, con la direttrice generale Christine Lagarde che ha messo in guardia su una possibile crescente maggiore volatilità sui mercati. Milano riesce a guadagnare lo 0,16% finale, Londra aggiunge lo 0,48% mentre Parigi cede lo 0,02%. Francoforte, ferma in avvio per problemi tecnici, alle fine sale dello 0,78%. Wall Street è contrastata: quando terminano gli scambi in Europa, il Dow Jones sale dello 0,3%, mentre lo S&P500 lima lo 0,1% e i tecnologici del Nasdaq arretrano dello 0,25%.
Sulla sponda italiana si apre la settimana chiave della legge di Bilancio. Entro sera il governo dovrebbe licenziare il decreto fiscale collegato alla manovra che, con le misure di condono parziale delle imposte e tagli alle cosiddette pensioni d’oro, dovrebbe garantire una parte delle coperture necessarie a finanziare la manovra. Sempre in giornata il governo dovrebbe inviare a Bruxelles il Draft Budgetary Plan, un documento che sintetizza tutte le principali misure in programma nella prossima Legge di Bilancio. Lo spread chiude in leggero calo a quota 305 punti, mantenendosi dunque sopra la soglia psicologica di 300, con il rendimento del decennale italiano al 3,56%. Intanto però gli istituti rassicurano su possibili ulteriori rialzi del differenziale. Anche in caso di raggiungimento di quota 400, ha assicurato il chief financial officer di Intesa Sanpaolo Stefano Del Punta, le banche non avranno bisogno di nuovi aumenti di capitale: “Non si capisce perche’ con lo spread a 400 si debbano fare aumenti di capitale: noi certamente non ne abbiamo bisogno”, ha sottolineato.
Sul lato delle valute rimane protagonista la sterlina, in forte calo sul nuovo stallo sulle negoziazioni con la Ue. Poco mosso l’euro: la moneta unica europea passa di mano a 1,159 contro il dollaro come venerdì dopo la chiusura di Wall street. A livello internazionale si segnala anche il rimbalzo della Borsa di Riad, che ieri aveva perso il 7% sui timori di scontro con gli Usa e sul ritiro di molti big della finanza internazionale dalla “Davos del deserto”: oggi il re saudita Salman ha ordinato un’indagine interna per far luce sulla scomparsa del giornalista Jamal Khashoggi avvenuta il 2 ottobre nel consolato del regno arabo a Istanbul, in Turchia.
Tra i dati macroeconomici delude il dato della produzione industriale giapponese ad agosto, salita soltanto dello 0,2% a fronte di un +0,7% atteso. A luglio la produzione industriale era scesa dello 0,2%, dell’1,8% a giugno e dello 0,2% a maggio. Secondo un recente sondaggio diffuso dal ministero dell’economia, del commercio e dell’industria, le imprese sperano in un rimbalzo del 2,7% a settembre e dell’1,7% a ottobre. Negli Stati Uniti si segnala il +0,1% delle vendite al dettaglio di settembre – peggio delle stime – e la crescita a 21,1 punti dell’indice del manifatturiero dell’area di New York, sopra le attese.
Quotazioni del petrolio in rialzo in avvio di settimana con le tensioni tra Usa e Arabia Saudita: al termine degli scambi Ue, il Wti sale dello 0,4% a 71,6 dollari al barile mentre il Brent aggiunge lo 0,2% a 80,65 dollari. Prosege il trend rialzista anche l’oro che aggiunge lo 0,75% a 1.226 dollari l’oncia.