19 Settembre 2024

Fonte: Corritere della Sera

Formare e aggiornare i nuovi professionisti
Secondo il World Economic Forum, nei prossimi 3 anni, a livello globale, l’evoluzione del mondo del lavoro – accelerata dalla tecnologia, dal digitale e dell’automazione – determinerà la nascita di 133 milioni di nuove opportunità occupazionali, a fronte di 75 milioni di posti di lavoro destinati a scomparire.
Unioncamere stima che solo in Italia, ci sarà bisogno di 2.5 milioni di occupati in più. Secondo il dossier 2020 Unioncamere-ANPAL, il 75% delle aziende italiane dichiara che, per fare fronte alla crisi, nei prossimi sei mesi metterà in campo azioni di reskilling del personale già presente in azienda. Fondamentale, dunque, l’acquisizione di nuova conoscenza, sia tecnica che trasversale, tanto per gli studenti quanto per i professionisti.
Le soft skills, in particolare, sono destinate ad avere un impatto determinante sulle retribuzioni, fino a incrementare uno stipendio di oltre il 40%.
Inoltre, resta attuale la criticità rappresentata dalla distanza che separa le competenze richieste dal mercato con quelle proposte dai programmi scolastici e universitari: lo skill mismatch impatta negativamente sia sui lavoratori che sulle aziende, frenando la crescita dell’intero sistema- Paese. Nel settore ICT, per esempio, il gap tra domanda e offerta di competenze è attualmente del 18%. Per contribuire a compensare questo gap Adecco Group e Microsoft Italia hanno costituito una digital venture (Phyd) e investito 6 milioni di euro in Phyd Hub(via Tortona 31, Milano) che avrà gli obiettivi di valutare l’occupabilità dei singoli profili professionali (employability index) e formare e valorizzare il capitale umano con le nuove skill richieste dalla costante trasformazione che il mercato del lavoro sta conoscendo. Phyd Hub permetterà di vivere un’esperienza phy-gital, fisica e digitale.

Il profilo ideale del lavoratore del futuro: tra pensiero computazionale e social media
Quali competenze dovranno avere i professionisti del futuro? Il 65% di coloro che entreranno nel mondo del lavoro entro il 2025 eseguirà lavori non esistenti al giorno d’oggi. Il talento del futuro dovrà essere particolarmente eclettico in greco «polymathes», vale a dire che ha imparato molto, con diverse competenze allo stesso tempo. Alcune competenze ritenute chiave per il futuro sono trasversali e non attribuibili ad un solo ruolo che contribuiscono a creare una professionalità interdisciplinare di base.
Saranno richiesti: un pensiero computazionale che sia in grado di tradurre grandi quantità di dati in concetti astratti e di capire il ragionamento basato sui dati, capacità di sviluppare contenuti efficaci per i social media, l’abilità di operare in contesti culturali diversi, lavorare in modo produttivo anche con un network virtuale, curiosità e capacità di comprensione di concetti in più discipline, abilità di connettersi agli altri e interagire in modo critico, pensare e trovare soluzioni che vanno oltre a ciò che è noto e basato sulle regole, abilità di giudizio e interpretazione.

Le figure più ricercate? Ingegneri informatici, esperti di IOT, intelligenza artificiale, cyber security
Quali i settori che avranno bisogno tra il 2020 e il 2023(fonte: indagine ‘The Future Is What It Used To Be’, CITI and Oxford Martin School e dati Adecco, Unioncamere, Anpal, Excelsior)? Innanzitutto il 24% dei 60 milioni di posti che si creeranno saranno nell’IT di cui il 30% per esperti Intelligenza artificiale e Big data, il 41% per ingegneri informatici, il 17% per sviluppatori di software e coding, il 12% per professionisti dell’IOT, internet of things (domotica e altro) ed esperti di comunicazione digitale ed e-commerce che in questo ultimo periodo è cresciuto in modo esponenziale anche per il lockdown e lo smart working ‘forzato’. Le imprese digitali cercheranno tra i 210 mila e 267 mila lavoratori con specifiche competenze matematiche e informatiche per i lavori digitali.

I big del tech Google, Facebook e Amazon si preparano al futuro
In concreto quali profili professionali stanno assumendo i big del tech? Facebook, Amazon, Google assumeranno ingegneri, data analyst, esperti di sicurezza informatica e progettisti di software. Nel dettaglio entro la fine dell’anno Facebook inserirà 10mila lavoratori per lo sviluppo dei prodotti e per i team di ingegneria informatica entro la fine dell’anno. Amazon aprirà 20mila nuovi posti di lavoro nel settore della tecnologia, oltre alle 175.000 nuove opportunità di lavoro nel settore delle spedizioni e della logistica.

Ricercati anche i professionisti dell’industria: robotica, automobilistica e logistica
Il 19% saranno professionisti per l’industria: in ambito della robotica(24%), della stampa in 3D(16%), nel settore automobilistico(26%), trasporti e logistica(10%) e altro(24%). 90mila saranno le ‘job vacancy’ nell’industria dei macchinari, delle attrezzature e dei mezzi di trasporto.

Sanità: gli educatori della salute che formeranno sui rischi e la prevenzione
Il 14% delle richieste di professionisti arriverà dalla cura della salute: si stima che entro tre anni bisognerà coprire 400mila posti nel settore della sanità e dell’assistenza sociale. n questo ambito stanno sorgendo ad esempio le figure degli educatori della salute, con l’obiettivo di formare sui rischi sanitari e sulla prevenzione ad essi connessa.

600 mila «green jobs»
Quanto all’ecosostenibilità, da 480 mila a 600 mila unità di lavoratori saranno ricercati dalle imprese per cogliere al meglio le opportunità offerte dall’economia circolare, orientando nuovamente i propri processi produttivi verso i principali Green jobs e creando lavori ecosostenibili

200 mila opportunità nell’istruzione e la formazione
Saranno ricercate anche figure nelle telecomunicazioni, media(5%), educazione(3%), creatività(3%) e sharing economy(3%). Qui si prevede che saranno 200mila le opportunità nel settore dell’istruzione e dei servizi formativi.

Posti anche in finanza e nel commercio
Infine il 7% dei profili richiesti sarà nel comparto finanziario, l’8% in quello delle commodities. Mentre nel settore dei beni di consumo e quindi commerciale saranno necessari il 5% dei profili.

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