19 Settembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

Studenti computer

di Gianna Fregonara

E’ opportuno riflettere sul fatto che ci sono altri modi possibili di insegnare, anche se non tutti validi e certificati

In Italia le « scuole democratiche, che proprio in questi giorni fanno discutere in Francia dopo l’annuncio dell’apertura di un nuovo istituto a Parigi il prossimo settembre, restano un’esperienza pionieristica e del tutto residuale. Esistono qua e là esperimenti che vanno per lo più correttamente sotto il nome di «scuole libertarie» (perché più di estrema libertà che di democrazia si tratta) a Verona, a Cadriano in provincia di Bologna, ad Abbiategrasso e a Francavilla in provincia d iBrindisi, ma coinvolgono in generale non più di venti-trenta bambini, spesso di età compresa tra i tre e i dieci anni.

Nulla di più che esperimenti
Forse perché a fare concorrenza a questo modello di scuola autogestita dai ragazzi senza tempi e senza compiti che ha avuto fortuna soprattutto negli Stati Uniti e in Inghilterra con la scuola di Summerhill fondata a Leiston (60 ragazzi dai 6 ai 16 anni) quasi cent’anni fa, in Italia c’è stato ben altro: da Maria Montessori a Mario Lodi e Gianni Rodari, a Bruno Munari, insomma tutta una serie di intellettuali e pedagogisti che per un lungo periodo hanno aiutato l’evoluzione dell’insegnamento e creato modelli innovativi per tutte le scuole materne ed elementari, molto più incisivi e democratici.

Da tempo molta di questa innovazione e sperimentazione si è persa nella scuola pubblica, affaticata dai soliti problemi burocratici-sindacali, dalla confusione delle cattedre, dai dibattiti sulle tecnologie che almeno alla fine adagio adagio si stanno diffondendo, dalle promesse continuamente disattese di rendere almeno vivibili se non adatti gli edifici scolastici. E invece il dibattito su tentativi eccentrici come le scuole democratiche o libertarie ha il merito di portarci a riflettere che ci sono altri modi possibili di insegnare, anche se non tutti validi e certificati. Non sono esperimenti da copiare ma discuterne serve a guardare con mente libera temi che sono sepolti come il curriculum, i sistemi di insegnamento, il rapporto insegnanti- ragazzi. Dibattito che farebbe molto bene alla scuola e ai ragazzi.

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