25 Novembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

di Paolo Valentino

La vera novità è la parità di genere. Ma resta da verificare se funzionerà


Dalla polvere in cui l’hanno trascinata troppe sconfitte elettorali, ultima quella alle europee, la Spd lancia un grido di rinnovamento. In stato di quasi disperazione, commissariata da un triumvirato dopo le dimissioni della presidente Andrea Nahles, la socialdemocrazia tedesca ha deciso di seguire lo Zeitgeist, almeno quello incarnato dai Verdi, annunciando di volersi dare una Doppelspitze, una doppia leadership con una donna e un uomo al vertice. Sarà un referendum fra i tesserati (440 mila, ancora un primato in Germania) a scegliere la coppia vincente al congresso di dicembre. Ci si potrà candidare alla presidenza da soli, in coppia o addirittura con un team di tre (indicando anche il segretario generale). Ma è veramente un’idea nuova? Non esattamente.
In realtà la Spd, sin dalle origini nel 1875 e nel corso della sua onorata storia, ha spesso avuto una leadership doppia, se non tripla. Due esempi per tutti: i co-presidenti della fondazione, August Bebel e Paul Singer, e il terzetto che guidò con successo il partito negli Anni ’70 con Willy Brandt, Herbert Wehner e Helmut Schmidt.
L’unica vera novità di questa Doppelspitze socialdemocratica (e non è poco) è dunque la parità di genere: finalmente anche una donna sarà stabilmente al vertice dopo una lunga teoria di maschi alfa e la breve eccezione di Nahles. La domanda è: funzionerà? I dubbi sono molti. Anche perché se il modello di riferimento è quello dei Grünen, ci son voluti 30 anni perché la doppia leadership funzionasse. Nei Verdi infatti i due leader, prima di garantire la parità di genere, assicuravano la fragile tregua interna tra le due anime inconciliabili del partito, i realisti e i fondamentalisti. Se la donna era «realò», l’uomo doveva essere «fundi» e viceversa. Solo quando hanno eletto due realisti, Baerbock e Habeck, è venuto il grande successo. Una lezione che i socialdemocratici dovrebbero tenere a mente.

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