POLITICA
Fonte: La StampaIn una lettera sul blog il Movimento propone il sistema “Democratellum” Stamattina il presidente del Consiglio dal capo dello Stato al Quirinale
Le riforme costituzionali, i poteri a Raffaele Cantone in vista di Expo e la riforma della pubblica amministrazione. Dopo l’apertura di Beppe Grillo – che ha chiesto, e rilanciato oggi, un incontro con Renzi per discutere di legge elettorale – sono stati questi i temi al centro del colloquio tra il premier e il capo dello Stato avvenuto stamattina al Colle
Dopo la sfida lanciata ieri dal leader del M5s e da Casaleggio con un post a doppia firma sul blog, con cui il Movimento ha chiesto al premier di partecipare alla discussione sulla riforma, oggi una lettera aperta sullo stesso sito in cui il M5S spiega la propria proposta di legge elettorale, il “Democratellum”. «Noi facciamo sul serio», scrive Beppe Grillo in un post sul profilo Facebook che rimanda al post sulla proposta. Anche il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio ha spiegato: «Dialoghiamo per evitare il limbo».
RENZI: “UN MESE FA SEMBRAVA AVESSI LA PESTE”
La replica del premier non tarda ad arrivare. «Positivo», ammette, che il M5S sia aperto al dialogo. E ironizza: «Un mese fa sembrava io avessi la peste… Tutti attorno a un tavolo, meglio via mail che si fa prima, e cerchiamo di essere operativi. Questa è la settimana in cui le cose si decidono». «Ci giochiamo la faccia in un processo di riforme» istituzionali, della giustizia, del fisco. E ancora: «Non mollo di mezzo centimetro: andiamo avanti a testa alta».
IL “DEMOCRATELLUM”
Il “Democratellum”, si legge sul blog, è un «sistema proporzionale in circoscrizioni di dimensioni intermedie che, pur essendo sensibilmente selettivo, grazie alla formula del divisore corretta, consente l’accesso al Parlamento anche alle forze politiche piccole». Inoltre, continua la nota, il sistema «prevede la possibilità per gli elettori non solo di esprimere un voto di preferenza, ma anche di penalizzare i candidati sgraditi, favorendo in questo modo una più diretta responsabilità degli eletti nei confronti degli elettori». Il sistema, continuano sul blog, «non è un proporzionale puro», e consente «a una forza politica che ottenga attorno al 40% dei consensi di avere oltre il 50% dei seggi». «Le chiediamo – conclude la lettera – di fissare un incontro, naturalmente in streaming per ragioni di trasparenza, così da poterne discutere direttamente».
LA REAZIONE DEL PD
Immediata la risposta del vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini, che senza volere anticipare «gli esiti di un confronto ancora da iniziare», sottolinea che proposta di una legge elettorale in senso proporzionale, avanzata dal M5S, «non risponde alle esigenze di governabilità». Un fattore, questo, che il Pd considera fondamentale insieme alla possibilità di conoscere immediatamente il vincitore. «Se non corrisponde a questi obiettivi non credo vada nell’interesse degli italiani. Dopodiché, vediamo». Lo stesso Guerini poi precisa: «Registriamo con favore che il Movimento 5 Stelle è finalmente disponibile a sedersi al tavolo della trattativa, dopo aver passato un anno ad escludere ogni tipo di confronto».
RENZI: “SI’ ALL’INCONTRO, MA IN STREAMING”
Nei giorni scorsi il premier si era subito dimostrato disponibile a un incontro, con un avviso: «Stavolta, magari, lo streaming lo vogliano noi». Un modo per mettere in chiaro che «non ci saranno patti segreti né giochini strani». Tra aperture e sospetti, in ogni caso le prove di dialogo sono partite. Per la prima volta Grillo e Casaleggio hanno riconosciuto Renzi come interlocutore: «È stato legittimato da un voto popolare e non a maggioranza dai soli voti della direzione del Pd. Quindi qualcosa, anzi molto, è cambiato». La vicesegretaria del Pd, Debora Serracchiani, mette subito i primi paletti: «C’è voluto il 40,8 per cento del Pd per scongelare Grillo. Se è sincero, porte aperte al confronto sulla legge elettorale. Ma se è una trovata delle sue per uscire dall’ angolo, allora lascia davvero il tempo che trova», avvisa in un’intervista a La Stampa. «Per noi, che la sera stessa delle elezioni vogliamo che si sappia chi ha vinto e chi ha perso, il sistema proporzionale certo non può andar bene». Il dialogo con i 5 Stelle insomma «dipende da loro».
LE STRADE DI RENZI
Con Grillo e Casaleggio che rilanciano l’appello a un confronto, Renzi ha a questo punto davanti addirittura tre «forni»: quello con FI, quello con M5s e anche quello della sola maggioranza. Ma al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano avrebbe assicurato di puntare ad un sistema maggioritario che assicuri governabilità. I dubbi sulla strumentalità della nuova linea di Grillo (che ha spiazzato senatori e deputati del Movimento) non li hanno sollevati però gli esponenti del Pd, ma quelli di FI e gli alleati di governo dei Dem. Entrambi temono che Renzi preferisca l’interlocuzione con il M5s. D’altra parte, sul versante di Forza Italia, si registrano una freddezza verso l’Italicum e un improvviso interesse verso un sistema proporzionale, come quello che è emerso dalla sentenza della Consulta. Gli attuali sondaggi non danno chance di vittoria a una coalizione di centrodestra, mentre un proporzionale puro, senza vincitori, regalerebbe comunque una centralità a una Forza Italia pur ferma al 17%. Viceversa, al Nuovo Centro Destra un maggioritario come l’Italicum continua a piacere, perché costringe FI ad una alleanza con il partito di Alfano.