Fonte: La Repubblica
di Luca Pagni
L’intervento del governatore della Banca d’Italia in conclusione del Festival dell’Economia di Trento: “Debito freno alla crescita, ma per ridurlo non c’è la ricetta magica”. Sui salvataggi delle quattro banche: “Bisognava usare il fondo interbancario, forse la Ue sta cambiando idea”. In serata l’appuntamento con Olivier Blanchard chiude la kermesse
Qualsiasi legge elettorale, purché venga fatta al più presto. Sembra essere questo il messaggio lanciato dal govenratore della Banca d’Italia Ignazio Visco, ospite nell’ultima giornata del Festival dell’Economia di Trento. “Non so se e come i mercati possono rispondere a un sistema proporzionale, non è il mio mestiere. Credo che i mercati rispondono molto alle incertezze”, ha sottolineato. “Credo che i mercati dicano: fate una riforma e mettetela in chiaro, per ora non la capiamo e sono nervosi”, ha aggiunto.
Il governatore ha quindi sottolineato “che le difficoltà più grandi siano sul piano delle riforme. Devono arrivare a mettersi d’accordo non tanto sulla protezione di interessi particolari, quanto sul modo più efficace di innovare e rendere il Paese più capace di rispondere alle sfide globali”.
Quanto alla nostra economia il debito pubblico è – secondo Visco – ancora una delle zavorre principali. “Gli squilibri quando si accumulano si finisce per pagarli tutti insieme, non possiamo dimenticare” che il debito” è “fattore di debolezza cruciale di freno e di vulnerabilità alla crescita”, ha detto Visco sottolineando che “non c’è una ricetta magica” per ridurlo, ma è “un impegno faticoso” che va fatto “posta per posta, elemento per elemento” andando avanti anche con “la spending review che va fatta dal basso, chiedendosi cosa serve e non serve oggi”.
Proprio a causa dell’enorme mole di debito In Italia – ha rilevato Visco – ci sono tasse “elevate e distorsive”. Il debito pubblico, ha affermato Visco, “richiede imposte elevate e distorsive, rallenta gli investimenti privati e quelli pubblici vengono compressi dalle spese correnti”.
“La percezione tedesca – ha aggiunto facendo riferimento all’ingresso nell’euro, i cui i trattati richiedevano una discesa del debito al 60% del Pil – è che l’Italia non ha fatto i compiti a casa. Il debito sul prodotto è sceso continuamente fino al 2007, abbiamo dei dati che dicono che all’epoca era al di sotto del 100%, e adesso siamo sopra il 130%”. Secondo il governatore “il problema è stato la crescita mancata”.
Visco non si è sottratto alle domande in tema di crisi bancarie. Per il salvataggio delle 4 banche, nell’autunno 2015, “la nostra percezione era che si sarebbe dovuto usare il fondo interbancario ma la possibilità non fu concessa al governo italiano, forse ci stanno ripensando”, ha detto ricordando che alle vecchie Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti si è applicato il burden sharing, non il bail in che è “molto più pesante” e che la risoluzione avrebbe avuto effetti molto diversi.
Ripercorrendo le tappe fino al bail in Visco ha spiegato che “fino all’ultimo, quindi fino alla sera prima, la data” dell’entrata in vigore delle nuove norme che colpiscono anche i bond subordinati “era il 2018 non 2016” e ha ricordato che la Banca d’Italia aveva inviato alla commissione le sue perplessità chiedendo “gradualità” nell’applicazione delle norme consentendo alle banche “acquisire nelle loro passività strumenti ben identificati allo scopo”. Elementi che poi non si sono verificati “nella fretta della discussione e difficoltà di arrivare a un accordo sulla parte importante dell’unione bancaria”.
Il governatore di Bankitalia è l’ultimo super ospite del Festival che chiude oggi i battenti. In serata l’ultimo appuntamento è con un economista americano di primo piano (Tetaro Sociale alle 17.30): Olivier Blanchard, docente al Mit ed ex capo economista del Fondo monetario internazionale, e’ stato chiamato per riassumere quattro giorni di incontri. Ma in realta’ avra’ la possibilita’ di spaziare a tutto campo, dato il titolo del suo intervento: “Il mercato della salute, la salute dei mercati”.