Solo una mappatura per ambulanti e balneari. “Affrontate questioni irrisolte da altri governi”. Nuove regole per rifiuti e trasporti. Salta il capitolo notai. Tassisti pronti alla mobilitazione
Il Consiglio dei ministri, con voto unanime, approva la legge annuale per la Concorrenza che andrà ora all’esame del Parlamento. Inizia il suo cammino un provvedimento che di annuale, in passato, ha avuto ben poco. Le guerre di trincea delle imprese e i timori dei partiti hanno sempre bloccato sul nascere questa legge. Al punto che due soli governi sono riusciti a vararla: Renzi nel 2015, Draghi ieri. E il premier in carica rivendica questo risultato.
Dice Draghi: «Nel recente passato, i governi hanno preso due strade. Alcuni hanno proposto misure molto ambiziose senza però cercare il consenso politico. Il risultato è che in larga parte questi provvedimenti non sono stati attuati, anche per l’opposizione di tanti gruppi d’interesse. Altri governi hanno invece ignorato la questione». Noi invece – aggiunge Draghi – «avviamo un’operazione di trasparenza, e mappiamo le concessioni per spiagge, acque minerali e termali, frequenze. I cittadini potranno verificare quanto ciascun concessionario paghi per esercitare la sua attività». E verranno così allo scoperto la scarsa redditività di tante, troppe concessioni.
Purtroppo per Draghi, i gruppi di pressione sono già partiti all’assalto anche della sua legge. Il governo vuole dare un diritto pieno di cittadinanza a società di trasporto come Uber. E punta ad aumentare le licenze dei tassisti. Le sue intenzioni che non sono sfuggite ai sindacati indipendenti delle auto bianche (dall’Ugl Taxi a Or.S.A Taxi) che già minacciano scioperi e mobilitazioni.
Novità sono in arrivo anche per i rifiuti. Imprese, ristoranti, uffici avranno la libertà di cambiare – dopo soli due anni – i contratti con le società che raccolgono i loro rifiuti. Ma la regola che avrebbe facilitato la creazione degli inceneritori – presente nelle bozze della legge fino a giovedì sera – adesso sembra sparita. Anche la norma che permetterebbe ai notai di lavorare in qualsiasi città del Paese, a prescindere dalle sedi e dai distretti di assegnazione, non compare nel comunicato ufficiale del governo. I poteri ispettivi dell’Antitrust aumentano. Sanzioni alle aziende sotto inchiesta che non condividono i documenti richiesti o ne inviano di falsi. Ma la riforma totale delineata a marzo non c’è.
Il governo Draghi tiene il punto su altre questioni. La stella polare sono le gare pubbliche – aperte a tutti – che metteranno in discussione le rendite di posizione dei soliti noti. Le gare decideranno le concessioni per la gestione dei porti, l’affidamento della distribuzione del gas, gli appalti ai privati per il trasporto locale, l’installazione delle colonnine elettriche. Il risarcimento diretto in caso di incidenti stradali sarà applicato anche dalle compagnie assicurative con sede legale all’estero (novità accolta tiepidamente dall’Assoutenti).
Il Parlamento, quando approverà la legge, delegherà il governo a disciplinare ancora più in dettaglio le questioni più calde. Poi serviranno i decreti attuativi. Tra i partiti c’è malumore per la norma che crea un Comitato indipendente di saggi. Sarà incaricato di fare una preselezione dei candidati al ruolo di presidente e commissario di tutte le autorità di garanzia.