Il segretario Pd ritiene che la missione Irini debba essere trasformata. “Deve consentire di gestire il salvataggio in mare”
“Quello degli sbarchi è un grande problema che va gestito. Credo che la missione militare europea di fronte alle acque libiche per lo stop al commercio delle armi debba essere trasformata: deve diventare la missione che consente di gestire il salvataggio in mare”. Sono le parole che il segretario Enrico Letta ha rilasciato a Forrest su Radio 1, a proposito dell’ondata di nuovi sbarchi sulle coste siciliane. Sono nelle ultime ore gli sbarchi sull’isola sono stati 14.
Mentre Matteo Salvini chiede un vertice urgente di governo per “parlare con il premier Draghi” e Giorgia Meloni rilancia il “blocco navale”, il segretario del Pd Enrico Letta sottolinea le responsabilità dell’Europa nella gestione dell’immigrazione. “L’Europa deve fare di tutto per far sì che queste regole vengano rispettate, come quelle di ricollocamento e gestione” spiega Letta. E il segretario Pd è convinto che Draghi sia “la persona giusta” per far rispettare gli accordi, perché “in Europa è ascoltato”.
Contrario al parere di Enrico Letta è invece Nicola Molteni, sottosegretario all’Interno. “Sono contrarissimo alla riconfigurazione della Missione Irini: intendo questa proposta come una provocazione che rischia di essere un clamoroso autogol per l’Italia, perché moltiplicherebbe gli sbarchi nel nostro Paese” ha dichiarato Molteni commentando le parole del segretario del Pd. Molteni ha sottolineato come la Missione Irini sia nata “per bloccare i flussi di armi in Libia, in un territorio tra Creta e la Cirenaica, quindi lontano dalle rotte dei flussi dei migranti”. Secondo Molteni dunque, ripensare la missione Irini come una missione europea di ricerca e soccorso in mare determinerebbe “un fattore di attrazione di nuova immigrazione illegale incrementando partenze, sbarchi e decessi nel Mediterraneo, come già è successo in passato con altre missioni Ue”. “Non abbiamo bisogno di nuove navi Ue nel Mediterraneo che sbarcherebbero tutte in Italia, ma bensì di bloccare partenze dai paesi di origine e transito per contrastare.