19 Settembre 2024
Immigrazione

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Duro richiamo dell’Alto commissario dell’Onu per i Rifugiati Filippo Grandi: «Quello che avviene alle frontiere europee è legalmente e moralmente inaccettabile»

Filippo Grandi è uno che non perde mai la pazienza. L’Alto commissario dell’Onu per i Rifugiati sa che deve misurarsi con i drammi dei dannati della Terra, senza rompere il dialogo né con i governi che li costringono a fuggire né con quelli che dovrebbero accoglierli.
Una soglia grave è quindi stata varcata se Grandi sente il bisogno di richiamare l’Europa ai suoi principi: «Siamo profondamente preoccupati dal crescente numero di incidenti violenti e violazione dei diritti umani contro rifugiati e migranti registrati in diverse frontiere europee», dice l’Alto commissario in una dichiarazione dai toni duri e pieni di sdegno.
I governi europei hanno un problema. Mentre difendono giustamente il rispetto della sovranità e dell’integrità dell’Ucraina violate da Putin, criticandone anche le pratiche repressive interne, alcuni di loro non esitano a calpestarne di fondamentali come il diritto all’asilo e il diritto alla vita.
Che sia la frontiera tra Grecia e Turchia, Spagna e Marocco, Polonia e Bielorussia, o ancora quelle interne tra Slovenia e Croazia o Bulgaria e Ungheria, respingimenti brutali, intimidazioni, «pratiche orribili» come quella di gettarli in mare e rimpatri forzati verso Paesi dove impazzano guerre civili o dominano dittature spietate, si moltiplicano nei confronti di migliaia di disperati in fuga da guerre e persecuzioni.
«Quello che avviene alle frontiere europee è legalmente e moralmente inaccettabile», dice Grandi, secondo cui sarebbe invece possibile «gestire le frontiere e affrontare i problemi di sicurezza, applicando politiche eque, umane ed efficienti verso i richiedenti asilo». Finanziare generosamente l’UNHCR, come fanno i Paesi europei, «non può sostituire le responsabilità degli Stati a ricevere e proteggere i rifugiati sul loro territorio». Anche perché l’Europa fa scuola: il modo in cui sceglie di comportarsi verso i profughi «sarà un precedente nel mondo».

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