19 Settembre 2024

Fonte: La Stampa

expo

di Stefano Rizzato

Renzi presenta a Milano lo Human Technopole: «È petaloso»

«Questo è un progetto petaloso». Per chi non ci credesse, garantiamo noi: così Matteo Renzi ha definito e presentato il futuro di Expo dopo Expo. Con afflato più social che scientifico, citando l’ormai famoso caso dello scolaro che inventa una parola e della Crusca che lo incoraggia. E invece è tutta e altamente scientifica la sfida lanciata ieri dal Piccolo teatro di Milano: riutilizzare parte dell’area dell’esposizione universale per un grande laboratorio di ricerca medica e tecnologica, su genomica e «Big Data».

Appena fuori Milano nascerà un centro d’eccellenza di valore internazionale, con 1500 tra scienziati, tecnici e personale amministrativo. E si punterà sugli obiettivi più cruciali del nostro tempo. Trovare tecnologie e strumenti per una vera medicina di precisione. Migliorare la qualità della vita di chi invecchia. Combattere – prima di tutto – cancro e malattie neurodegenerative.

Il nuovo centro – Human Technopole il nome – avrà 30 mila metri quadrati di laboratori, come annunciato tre mesi fa. Ora c’è anche un piano dettagliato per costruirlo e farlo partire. A scriverlo ci hanno pensato l’Istituto Italiano di Tecnologia e il suo direttore scientifico Roberto Cingolani, voluti da Renzi a guidare l’avventura. Ma ha contribuito una lista di partner scientifici già selezionati. Le tre università pubbliche milanesi – Statale, Politecnico e Bicocca – e gli istituti di ricerca clinica e ospedaliera della città, dall’Humanitas all’Istituto Europeo di Oncologia. E ancora: la Fondazione Edmund Mach di Trento, la Fondazione Isi di Torino, il Cineca di Bologna e il Crea. «Ci sono voluti 110 incontri in 66 giorni – ha spiegato Cingolani – e ora il progetto è aperto alla collaborazione di altri enti».

La lista degli interlocutori è già corposa e inizia con il Cnr e il suo neopresidente Massimo Inguscio, con il quale il dialogo è già avviato. «Ma anche Ibm ha dimostrato interesse», ha rivelato Renzi. Il premier ha promesso continuità economica ed istituzionale, con 150 milioni di euro l’anno per finanziare il polo tecnologico e una legge a sancire l’impegno. Che varrà anche per i futuri governi. «Tre mesi fa – ha proseguito Renzi – Human Technopole era un sogno. Oggi è un progetto, tra tre mesi sarà un cantiere. Entro fine maggio ci diamo appuntamento nell’area Expo per iniziarlo. Questo può essere il progetto più intrigante dei prossimi anni a livello europeo. Un messaggio a tutti: il futuro che ci aspetta non è fatto di vincoli, parametri e regoline. Ma di valori, innovazione, curiosità».

Dai padiglioni ai laboratori. Dall’energia per la vita alle scienze per la vita. La nuova dimensione dell’area che ospitò Expo diventa più precisa. Il piano prevede di riutilizzare alcune delle strutture di servizio di Expo e alcuni padiglioni come Polonia, Messico, Ungheria. Uno spazio con vista sull’Albero della Vita, che si popolerà di ingegneri, biologi, fisici, medici, matematici e nutrizionisti. I ricercatori di punta verranno selezionati a livello internazionale e saranno italiani di rientro o scienziati stranieri.

Poi al fiore «petaloso» andrà trovato un giardino. E andrà seminato anche il resto del futuro per l’area Expo. «Il progetto della Statale – ha spiegato il rettore Gianluca Vago – resta quello di trasferire le facoltà scientifiche che oggi sono a Città Studi, per un totale di 180-190 mila metri quadrati, di cui circa 100 di laboratori. Il costo dell’operazione è tra 400 e 420 milioni. E per fissare tempi e dettagli aspettiamo solo che sia definita la governance di Arexpo, la società che gestisce i terreni»

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