Fonte: La Stampa
di Nicola Lillo
L’export dell’Italia cresce più di quello della Germania, con un boom nel mercato cinese. Lo scorso settembre infatti le esportazioni sono aumentate del 7,3 per cento raggiungendo i 330,7 miliardi di euro, mentre i tedeschi crescono del 6,4 per cento e la Francia del 4,1 per cento. Ad andare meglio del nostro paese è la Spagna, che cresce dell’8,2 per cento. E’ quanto emerge dal rapporto Ice-Prometeia Evoluzione del commercio con l’estero per aree e settori.
Ad andare a gonfie vele è il mercato cinese, salito del 25,4 per cento. A seguire c’è quello russo, colpito dalle sanzioni (+23,1 per cento) e dell’America latina (+16,3 per cento). Il mercato chiave resta comunque quello americano.
L’export cresce di più fuori dall’Europa
Le esportazioni italiane comunque crescono più nei paesi extraeuropei (+8,4 per cento) che in quelli europei (+6,4 per cento). A trainare questo aumento dei flussi è soprattutto la Cina: «Il merito di questa crescita è a un approccio più intraprendente delle imprese e di una presenza più marcata delle attività del governo», spiega Michele Scannavini, presidente di Ice. I settori più vivaci sono quelli dell’automotive, del chimico farmaceutico, cibo, arredamento e moda.
Il primo settore, comunque, resta quello della meccanica, la cui domanda mondiale di importazioni si chiuderà con una crescita del 4,2 per cento e in ulteriore accelerazione nel 2018. Nei beni di consumo, dopo un 2017 più contenuto, sia il sistema moda che l’arredo potranno contare su tassi di crescita delle importazioni mondiali tra il 6,5 e il 7 per cento nei prossimi due anni. Strutturalmente più lenta la domanda mondiale dell’alimentare.
Crescono gli scambi internazionali
Allargando lo sguardo al commercio mondiale, «le previsioni per il biennio 2018-19 – spiega Alessandra Lanza di Prometeia – mostrano un’accelerazione degli scambi al 5,5 per cento il prossimo anno e un assestamento al 5,3 per cento in quello successivo». Un miglioramento di cui beneficerà anche l’Italia. Secondo il sottosegretario allo Sviluppo economico, Ivan Scalfarotto, «il piano straordinario del made in Italy è stato uno sforzo di sistema. Il piano puntava a un incremento dell’export e sulla capacità del Paese di attrarre investimenti. Quello che è stato fatto è una macchina che funziona e che lasciamo funzionante a chi viene dopo di noi».