Fonte: La Repubblica
di Vincenzo Nigro
Il capo del Cremlino vuole consolidare il cessate-il-fuoco. Oggi Conte in Turchia e Di Maio in Tunisia
La tregua nella guerra di Libia regge. E oggi potrebbe essere consacrata in maniera solenne da un evento che Vladimir Putin ha voluto organizzare al Cremlino. La Russia, assieme alla Turchia, l’8 gennaio aveva fissato a domenica 12 il momento in cui far cessare il fuoco fra le milizie del generale Khalifa Haftar e quelle che difendono il governo di Fayez Serraj. Putin li ha inviatati entrambe a Tripoli, per firmare solennemente questa tregua che è una costruzione politica militare a cui il presidente russo ha lavorato con quello turco Erdogan.
A Mosca sono stati inviatati anche Agila Saleh, presidente del parlamento libico che dal 2014 si è spostato a Tobruk. Con lui anche Khaled Mishri, il presidente dell’High State Council di Tripoli, una sorta di “senato” libico nella struttura costituzionale creata con gli accordi Onu di Skirat.
La forza anche comunicativa con cui Putin rivendica il ruolo della Russia nella vicenda di Libia lascia credere che nessuno dei 4 leader libici possa mancare all’appuntamento fissato dai russi. E di conseguenza, perlomeno in queste ore la tregua dovrebbe reggere, a parte incidenti minori che si sono registrati anche ieri, nel primo giorno di cessate il fuoco.
Ieri sia il governo di Tripoli che la milizia del generale Serraj hanno accusato i rivali di non aver rispettato il cessate-il-fuoco. Il governo di Serraj denuncia violazioni della tregua a Tripoli, “a Salaheddin e Wadi Rabie, pochi minuti dopo la sua entrata in vigore”. Aggiungendo che “la piena attuazione del cessate il fuoco potrà avvenire solo con il ritiro dell’aggressore da dove è venuto. “In caso di ulteriori violazioni – si avverte – il Consiglio presidenziale del governo di accordo nazionale libico non resterà a guardare e la sua risposta sarà violenta e ferma”.
Anche alcuni media pro Haftar hanno segnalato violazioni al cessate il fuoco dopo che il governo di Serraj aveva denunciato violazioni della tregua. “Le milizie che fanno capo al governo di accordo nazionale libico hanno violato la tregua su più di un fronte con ogni tipo di armi, compresa l’artiglieria”, ha affermato Al-Mabrouk Al-Gazawi dell’Esercito nazionale libico.
Continua anche l’attività diplomatica del governo Conte: il rimo ministro oggi vola ad Ankara per incontrare il presidente Erdogan. Mentre il ministro degli Esteri Luigi Di Maio sarà a Tunisi per vedere il presidente tunisino: la Tunisia oltre ad essere un paese confinante con la Libia, è uno dei paesi arabi direttamente interessati al fenomeno di profughi in partenza dalla Libia.