16 Settembre 2024

Si riunisce nel pomeriggio la direzione che avrà sul tavolo adempimenti per i prossimi congressi locali ma, nella pratica, fa da cornice per dei chiarimenti

Il malumore (forte già sottotraccia) per la decisione della segretaria Elly Schlein di presenziare alla partenza del corteo del M5S di Roma trabocca con le parole di Grillo sulle «brigate di cittadinanza» (Grillo che ha poi fattomarcia indietro). È in sommovimento la minoranza del Pd, e una prima azione decisa arriva dall’ex assessore alla Sanità della giunta Zingaretti e candidato alle regionali Alessio D’Amato con le dimissioni dall’assemblea nazionale in dissenso rispetto alla linea politica del partito. In un clima di tensione si riunisce nel pomeriggio la direzione che avrà sul tavolo adempimenti per i prossimi congressi locali ma, nella pratica, fa da cornice per dei chiarimenti.

Renzi (da fuori) soffia sul fuoco
Nella segreteria fanno da scudo alla giovane leader. «Il popolo delle primarie vuole vederti continuare a portare avanti le nostre battaglie: lavoro, sanità pubblica, transizione ecologica, Mezzogiorno. Abbiamo una sinistra da cambiare e lavorare insieme agli altri per battere questo governo di destra-destra. Forza Elly!», incita Sandro Ruotolo. «Si parlava di reddito e dignità ed era giusto esserci. Pur nelle differenze» secondo Francesco Laforgia. Le distanze interne vengono tuttavia esaltate da chi sta fuori come Matteo Renzi. «Delirio dei 5 Stelle sul palco di Roma. Poi vedo Elly Schlein rincorrere il corteo grillino e domando ai riformisti del Pd: ma davvero volete finire così la vostra esperienza politica?».

La minoranza medita i passi, ma no alla rottura
Oggi, a circa tre mesi dai gazebo che l’hanno incoronata segretaria, Schlein potrebbe anche decidere di andare alla conta interna per misurare le forze. E dunque non è escluso che decida di mettere ai voti la relazione che terrà in apertura dei lavori. Lorenzo Guerini, deputato Pd critico nei confronti della segretaria, ha già messo in chiaro la distanza che lo separa dalle scelte recenti. Ma fonti a lui vicine fanno sapere che non si intende drammatizzare, e che ci sarà una normale discussione anche sugli ultimi fatti, una volta ascoltata la relazione della segretaria.

Il dialogo con le forze di opposizione
Lotta alla precarietà e difesa dei diritti sul lavoro, il no all’autonomia, la necessità di investire su scuola e sanità saranno gli assi lungo i quali si muoverà Schlein. E prometterà battaglia in Parlamento e mobilitazioni sui territori fin da subito. Nelle Aule di Camera e Senato si comincerà già da martedì: il voto sulle mozioni sul Pnrr presentate dalle opposizioni e l’esame del decreto legge sul lavoro forniranno le prime occasioni. L’obiettivo è quello di saldare almeno sulle singole battaglie il Pd alle altre forze politiche di minoranza, incluse in alcuni casi Azione e Italia Viva.

L’abbandono di Carlo Cottarelli
Di fatto, anche se D’Amato lascia in tasca la tessera del partito, è un gesto formale di distacco. Già in precedenza la decisione di Carlo Cottarelli di lasciare il seggio al Senato per curare un’iniziativa della Cattolica, aveva rimesso in moto gli assestamenti nell’area centrista del partito. L’ala moderata del partito ha parlato di un disagio politico che sarebbe sbagliato sottovalutare. L’economista si era congedato col suo stile, all’insegna del fair play, non senza puntellare politicamente la determinazione ad andare in una direzione autonoma. «Stimo molto Schlein credo che stia facendo la cosa giusta dal suo punto di vista, però è chiaro che c’è stato uno spostamento verso sinistra del Pd, lontano dai valori liberaldemocratici».

Le altre uscite
La mossa di Cottarelli seguiva quelle di altri: negli ultimi mesi hanno lasciato il Pd l’ex ministro Beppe Fioroni, l’ex capogruppo al Senato Andrea Marcucci, l’europarlamentare Caterina Chinnici – passata in Forza Italia – e il senatore Enrico Borghi, che è entrato in Italia Viva. L’area del partito più colpita è quella moderata. Tra i dem al vertice la sensazione prevalente è che si tratti comunque di passi individuali, più che di palle di neve destinate a trasformarsi in valanga.

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