22 Novembre 2024

Dal Pnrr, a fisco, all’abuso d’ufficio, in nome della «missione» di liberare l’azione degli amministratori pubblici dalle pastoie burocratiche e dalle vessazioni togate che la paralizzerebbe

«Allo stesso modo in cui un cannibale in un certo senso può includere un missionario»: a riassumere così negli anni ‘30 le idee di Benedetto Croce sul male necessario all’affermarsi del bene sino a diventarne parte essenziale, era il Benedetto Croce apocrifo di Paolo Vita-Finzi: cioè del raffinato diplomatico e letterato talmente padrone dello stile (e persino delle manie espressive) dei vari autori da coglierne il senso più vero proprio nell’«Antologia Apocrifa» con la quale li falsificava, al punto da far infuriare Moravia o indurre un invece ammirato Trilussa a intestarsi appunto uno dei «suoi» sonetti. Attitudine che sarebbe preziosa anche oggi per decifrare l’immagine risultante, come nel giochino della Settimana Enigmistica, dall’unione dei singoli puntini rivendicati dalla maggioranza di governo in nome della «missione» di liberare l’azione degli amministratori pubblici dalle pastoie burocratiche e dalle vessazioni togate che la paralizzerebbe: insofferenza ai controlli, certo, ma — più e prima ancora — insofferenza a qualunque rilievo anche solo dissonante.
Se il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione mette in guardia dai contraccolpi del nuovo Codice degli appalti in materia di affidamenti diretti sotto soglia e subappalti, subito viene zittito dalla maggioranza come uno che «non può più stare in quel ruolo» perché «prevenuto, non neutrale e quindi non credibile». Se alla Camera l’Ufficio parlamentare di Bilancio segnala nella riforma fiscale le distorsioni di equità e le insostenibilità di gettito, o se il Servizio Bilancio del Senato stronca la progettata autonomia regionale differenziata, in automatico i tecnici vengono tacciati di essere «reliquie del passato» che reggono il moccolo alle opposizioni «per difendere lo status quo».
Se la Banca d’Italia esprime perplessità sull’innalzamento del tetto all’uso dei contanti, dal governo la si rampogna «istituzione partecipata da banche private» micragnose nel voler lucrare commissioni sulla moneta elettronica.
Se l’ex Ilva resta un problema, ecco un nuovo decreto allargare ad altre potenziali «industrie di interesse strategico nazionale» la franchigia da sequestri giudiziari e da inquinamenti o malattie causati nel rispetto di prescrizioni governative. Se l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza fanno il loro lavoro, e quindi chiedono di pagare le tasse anche a quei lavoratori autonomi tra i quali lo stesso Ministero dell’Economia individua il 69,7% di propensione all’evasione fiscale, la presidente del Consiglio (che pure ha confermato il direttore dell’Agenzia e appena assiso in Eni il comandante GdF uscente) dice che dovrebbero finirla di praticare «il pizzo di Stato a caccia di gettito».
Dall’immigrazione alla siccità, da una acciaieria a una autostrada, se c’è una complessitá il regime ordinario viene derogato dalla nomina di commissari straordinari, già almeno dieci. Se un parlamentare della maggioranza maneggia maldestramente un atto riservato passatogli da un componente del governo, e una Procura valuta eventuali reati in questo disvelato segreto, il governo pretende di autocertificare in Parlamento che segreto possa essere considerato dai pm soltanto ciò che l’autorità politica dichiara segreto. E se da ultimo la Corte dei Conti addita gli obiettivi Pnrr giá falliti o in palese ritardo, e indica il rischio di responsabilità erariali dei dirigenti pubblici, il governo le toglie il «controllo concomitante» sul Pnrr, proroga sino a giugno 2024 la deroga che limita la responsabilità contabile ai soli casi di dolo o inerzia, e nel contempo contraddice il rassicurante «tanto restano i controlli ex post», annunciando ad esempio di voler addomesticare l’abuso d’ufficio, restringere l’ambito del traffico di influenze illecite, sterilizzare la conoscibilità di notizie giudiziarie.
Unendo tutti i puntini, un complesso di scelte destinate a includere nei processi decisionali delle pubbliche amministrazioni efficienza e trasparenza «allo stesso modo in cui un cannibale in un certo senso può includere un missionario».

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