Cisl e partiti contrari. Landini e Bombardieri: «C’è un’emergenza sociale, ascoltateci»
È il giorno della prova di forza di Cgil e Uil, per otto ore oggi sarà sciopero generale, nonostante la defezione della Cisl e l’imbarazzo di Pd e Leu. Nel mirino c’è la politica del governo, la manovra ritenuta iniqua, la riforma delle aliquote fiscali troppo sbilanciata a favore dei redditi medi, secondo Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri. A manifestare “Insieme per la giustizia” si andrà in cinque città italiane, a cominciare da Roma – dove parleranno i leader di Cgil e Uil – e poi a Milano, Bari, Cagliari e Palermo. Una sfida che è anche un po’ un azzardo, perché lo stesso Landini riconosce che il governo ha varato una manovra «espansiva». I soldi vengono dati e non tolti, in altre parole, ma «l’espansione non va verso chi più ne ha bisogno», attacca il leader della Cgil. Ma, replica il leader Cisl Lugi Sbarra, sono «motivazioni generiche e approssimative».
La mossa dei due sindacati ha colto in contropiede anche il Pd: «Non me lo aspettavo», ha commentato Enrico Letta, che certo non può scendere in piazza contro il governo che sostiene e che avrebbe evitato volentieri di ritrovarsi in questa situazione. Ma nemmeno Leu in realtà ha preso una posizione ufficiale e di fatto solo Sinistra italiana di Nicola Fratoianni sarà a manifestare con Cgil e Uil. Anche Teresa Bellanova, ex dirigente Cgil e ora parlamentare Iv, afferma: «Fossi stata ancora una sindacalista non lo avrei proclamato, il Paese è già abbastanza lacerato». Da destra, poi, arrivano attacchi frontali: «È assurdo – dice Matteo Salvini – mi domando con quale criterio la Cgil fa uno sciopero quando la prima volta questo governo taglia le tasse a tutti».
Ma Landini quasi si vanta della freddezza dei partiti: «Lo sciopero conferma l’autonomia dei sindacati». E comunque, aggiunge, «più che lo sciopero, dividono l’evasione fiscale, la precarietà del lavoro». Bombardieri, poi, respinge le critiche: «Non abbiamo proclamato la terza guerra mondiale, lasciateci esercitare un diritto costituzionale». Certo, forse ha lasciato il segno l’accusa arrivata di avere messo sul banco degli imputati i redditi medi, dipinti come “ricchi”: «Andiamo in piazza – insiste il leader Uil – perché ci sono cose che non tornano, ma non abbiamo intenzione di animare guerre tra contribuenti». Landini poi aggiunge: «Combattiamo una pandemia salariale e sociale che non ha precedenti. La vita e le condizioni delle persone sono nettamente peggiorate e quindi i provvedimenti del Governo devono essere cambiati».
Al governo si chiedono risposte su pensioni, precarietà del lavoro e politiche industriali: «Abbiamo bisogno – insiste Landini – di più giustizia sociale ed economica, che il lavoro, quello di qualità, i diritti e la solidarietà tornino al centro». Si fermeranno tutti i lavoratori, sia quelli del settore pubblico che quelli del comparto privato, ma non sciopereranno sanità, Poste, scuola (ha già scioperato la scorsa settimana) e servizi ambientali. In piazza invece ci saranno gli studenti, che sfileranno insieme ai pensionati. Previsti disagi nei trasporti, perché si fermeranno treni, aerei, bus, metropolitane, traghetti e navi.