ECONOMIA
Fonte: La Stampa
L’Istat: nel secondo trimestre un aumento dello 0,3%, sull’anno un incremento dello 0,7%. La disoccupazione al 12%, è ai minimi da due anni. Renzi su Twitter: «Le riforme servono»
L’Italia cresce più delle attese. Si parla sempre di «zerovirgola», ma l’Istat ha rivisto al rialzo l’aumento del Prodotto interno lordo nel secondo trimestre dell’anno, portandolo da +0,2% a +0,3%. Rispetto allo stesso periodo del 2014 il Pil è salito dello 0,7%: si tratta dell’incremento tendenziale più alto da quattro da anni e la crescita acquisita per l’intero 2015, a questo punto, è pari allo 0,6%, non lontano dalle stime del governo.
«Cresce il pil, crescono gli occupati, meno disoccupazione. Le riforme servono», commenta su Twitter il premier Renzi. «Crescita economica acquisita per 2015 pari allo 0,6%, già vicina alla nostra stima per l’anno (+0,7%) #cisiamo», twitta il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Secondo il titolare di Via XX Settembre «con stime ragionevoli e affidabili le finanze pubbliche sono sotto controllo e ci permettono di dare respiro alla ripresa».
Dall’istituto di statistica, infatti, arrivano segnali positivi anche sul fronte del lavoro: a luglio gli occupati sono aumentati dello 0,2% rispetto a giugno. Giù il tasso di disoccupazione, che scende al 12%: un calo di 0,5 punti percentuali sul mese precedente e di 0,9 punti nei dodici mesi. Il tasso dunque va ai minimi da due anni. Qualche segnale anche tra i giovani: il tasso di disoccupazione giovanile è pari al 40,5% a luglio, in calo di 2,5 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 2,6 punti su base annua. Ma gli under 25 senza un impiego e a caccia di un posto restano comunque 616 mila.
Nell’ultimo trimestre, però, si sono ampliati i divari territoriali: dal 7,9% nelle regioni settentrionali, al 10,7% nel Centro fino ad arrivare al 20,2% nel Mezzogiorno. A spingere il mercato del lavoro – rileva l’Istat – sono soprattutto gli ultra cinquantenni. Il calo della disoccupazione registrato dall’Istat è «positivo» ma va guardato attentamente «per capire come e dove intervenire per rafforzare una tendenza che è ancora, purtroppo, marginale rispetto alle reali esigenze del Paese», dice la leader della Cgil Susanna Camusso. . «I dati sulla disoccupazione di oggi ci dicono che stiamo andando nella direzione giusta: ora dobbiamo accelerare», dice il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti. «I numeri del lavoro confermano l’avvio della ripresa economica certificato da indici come l’incremento del Pil, la riduzione dell’utilizzo della cassa integrazione e la crescita della fiducia dei consumatori», aggiunge.
Tornando a i dati del Pil, spiega l’Istat, i principali aggregati della domanda interna hanno mostrato andamenti dissimili, con i consumi in aumento dello 0,3% (+0,4% per i consumi finali dei residenti) e gli investimenti in diminuzione dello 0,3%. Riguardo alle componenti estere si è registrata una crescita più intensa per le importazioni (+2,2%) che per le esportazioni (+1,2%).
«Settembre inizia con numeri buoni, ma ai numeri facciano seguito le idee, la determinazione, la grinta, l’entusiasmo degli italiani che sono la più grande risorsa che il nostro Paese ha», dice Renzi in un video postato su YouTube. «Gli ultimi dati sulla crescita – prosegue il presidente del Consiglio – dimostrano che non siamo ancora la maglia rosa ma che siamo tornati nel gruppo grazie al percorso di riforme che abbiamo fatto e che stiamo portando avanti». «Ciascuno – così il premier – ha le proprie idee politiche ma diamo insieme una mano perché l’Italia torni a crescere. Quello che è importante è che l’Italia è ripartita dopo che negli ultimi anni è come se avesse avuto la ruota bucata e una caduta in discesa» mentre i Paesi di testa dell’Europa crescevano. I dati, dice Renzi, «per chi è abituato a cifre e statistiche sono solo numerini ma rappresentano di più: è la donna del Sud che trova occupazione, il cinquantenne che ha una chance grazie al Jobs act».