20 Settembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

di Daniele Manca

Molti provvedimenti sono utili e necessari sulla carta. Però bisogna preoccuparsi che siano messi in pratica


Si susseguono appelli, convegni (rigorosamente da remoto), per tentare di usare, nel dramma che si sta vivendo, la crisi come spinta a superare antichi vizi del Paese. Come quello della politica e dei governi di avere la tendenza ad annunciare misure ma non a seguirne l’iter attuativo. È uno dei principali difetti dell’Italia che anche per questo è vista con sospetto in Europa. Il Decreto agosto, secondo una impietosa radiografia del Sole 24 Ore, si appresta a essere approvato nella forma estesa di 165 articoli, mentre, quando ha ricevuto il via libera lo scorso 14 agosto era partito con 115. Le misure attuative anch’esse sono lievitate dalle previste 53 alle attuali 84.
Si tratterà probabilmente di tutti provvedimenti utili e necessari sulla carta. Ma il rischio è quello di sparare a raffica. E cioè, di non procedere per priorità ma mettendo sullo stesso piano le misure più diverse e dall’impatto enormemente differente. Siamo sicuri che l’attuazione delle risorse al fondo a sostegno delle imprese debba essere nello stesso provvedimento che prevede le disposizioni per l’autorizzazione alla movimentazione dei sedimenti nella Laguna di Venezia? O con la ripartizione del fondo pulizie e sanificazione dei seggi elettorali? È questo che il Parlamento deve essere chiamato a decidere?
Il Decreto rilancio è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il 19 maggio, vale a dire oltre due mesi dopo l’inizio del lockdown. L’Italia è stato sicuramente il Paese in Europa che ha annunciato i finanziamenti più elevati alle imprese e alle economie. Ma finché non ci si preoccuperà del perché dei 18 miliardi di garanzie che dovevano essere erogate alle imprese al 27 maggio scorso ne erano state concesse solo per 220 milioni, la capacità di intervento dei governi, di qualsiasi colore, sarà al limite dell’inefficacia. Quando si parla di riforme che non costano, si sta parlando di questo: fare in modo che lo Stato funzioni e non annunci.

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