18 Settembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

di Pierluigi Battista

E poi, ovviamente, l’omaggio insincero alle donne, un luogo imprescindibile delle campagna elettorali. Luigi Di Maio annuncia che nel suo prossimo governo sono già pronti tre ministeri-chiave per tre donne dall’identità ancora segreta. Matteo Salvini sostiene che Di Maio tratta le donne come panda, ma lui nemmeno quello, eppure viene dalla Lega che promosse la giovane Irene Pivetti alla presidenza della Camera. Questo omaggio alle donne, del resto, è da sempre il massimo dell’ipocrisia. Ci sarebbe la legge che impone un’adeguata rappresentanza delle donne nelle liste. Bene, anzi male: si è scoperto che i numeri due e tre delle liste proporzionali sono tutti uomini, se la donna capolista vince nei collegi e lascia libero il posto. E i numeri del Parlamento saranno sempre gli stessi, dopo il doveroso inchino alle quote rosa. Nessuno si salva. Silvio Berlusconi annuncia anche lui che nella rosa dei possibili premier tra tanti maschi c’è pure una donna (bontà sua) e tutti dicono che potrebbe essere Mara Carfagna. E poi con tutto quel passato sregolato, Berlusconi ha da farsi perdonare un po’ di cose, compresa la restituzione del denaro da parte dell’ex moglie e madre di suoi tre figli che lo aveva definito «drago». Matteo Renzi aveva spavaldamente inserito tutte donne ai vertici delle circoscrizioni elettorali nelle Europee del 2014. Poi la figura di Maria Elena Boschi si è un po’ appannata per via di tutte le note vicende bancarie e oramai le foto del vertice del Partito democratico sembrano quelle di un circolo britannico per soli uomini: il passo dal giglio magico al giglio misogino può risultare tremendamente breve. Tra i leader delle maggiori liste tre sono le donne (Giorgia Meloni, Beatrice Lorenzin e Emma Bonino) in mezzo a un mare di uomini. Ora parte la caccia alle tre donne indicate da Di Maio, la Lega corre ai ripari con Giulia Bongiorno e le donne sono spinte in avanti. Ma è tutta roba insincera. Gli hacker russi che dovevano condizionare le elezioni latitano sonnecchiando. Saranno le hacker russe a salvare la parità di genere?

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