Fonte: Corriere della Sera
di Danilo Taino
I Paesi dell’Unione sentiranno la mancanza del Regno Unito perché i britannici hanno avuto un ruolo essenziale nel dare qualità a scelte come la creazione del mercato unico. E perché costringeva, paradossalmente, a un punto di equilibrio i diversi governi
I 27 Paesi che resteranno nella Ue dopo l’uscita del Regno Unito sentiranno parecchio la mancanza di Londra quando si tratterà di prendere decisioni. Non solo perché i britannici hanno avuto un ruolo essenziale nel dare qualità a scelte come la creazione del mercato unico. Ma perché la Gran Bretagna costringeva, paradossalmente, a un punto di equilibrio i diversi governi. Di fronte al desiderio di Parigi e Berlino di cambiare la politica antitrust della Ue per potere creare grandi imprese — «campioni europei» —, il primo ministro danese Lars Lokke Rasmussen, che a quell’idea è contrario, ha detto la settimana scorsa al Financial Times: «È un’altra ragione per sentire la mancanza britannica attorno al tavolo. La spinta della Francia per questa prospettiva non è nuova ma la Gran Bretagna sarebbe stata nell’angolo opposto e la Germania avrebbe trovato un bilanciamento e raggiunto un compromesso. Sentiamo decisamente la mancanza di una voce liberale nella stanza».
Il ruolo giocato da Londra a Bruxelles (spesso sottovalutato) è dimostrato anche da uno studio non nuovo ma illuminante condotto da due professori dell’università di Göteborg (Svezia), Daniel Naurin e Rutger Lindahl. Nel loro lavoro, hanno misurato il Network Capital dei diversi Paesi europei. Hanno cioè posto a un elevato numero di funzionari della Ue — di tutti i Paesi membri al momento — questa domanda: «Con quale Stato membro cooperate più spesso nel vostro gruppo di lavoro al fine di sviluppare una posizione comune?». Il questionario è stato realizzato nel 2003, nel 2006e nel 2009: al primo Paese citato veniva dato un punteggio pari a dieci, al secondo pari a nove e così via. Il risultato è sorprendente. Nel 2006, il Regno Unito è risultato secondo, per un’incollatura, dietro la Germania. Negli altri due anni, Londra è stata prima, cioè il Paese con il quale gli altri cooperano maggiormente, con un punteggio di 3,8 nel 2003 e di 3,2 nel 2009 (quando l’allargamento della Ue a dieci nuovi membri nel 2004 aveva diluito per tutti le frequenza di collaborazione). Se si ponderano le cooperazioni sulla base dell’Indice Banzhaf — per il quale la Germania pesa ad esempio sei volte più del Lussemburgo — Londra ha la stessa capacità di networking di Berlino e pochissimo meno di Parigi. Mancherà a molti.