Fonte: La Repubblica
di Andrea Greco
Con 2,1 miliardi di euro raccolti e 20 quotazioni nel primo trimestre la City supera l’effetto Brexit. Corre forte la Spagna, l’Italia arranca con 139 milioni
La Brexit sui listini? E’ durata solo un trimestre. Se n’era già avuta conferma guardando i prezzi in forte recupero delle aziende quotate negli ultimi mesi. Ne arriva un’altra con i dati sui nuovi collocamenti borsistici, che sanciscono il ritorno alla leadership della City londinese come mercato più ospitale per le aziende che vogliono chiedere soldi agli investitori. Nel primo trimestre 2017 basandosi sull’ultima analisi “Ipo Watch Europe” di PwC, Londra si è ripresa la sua leadership come piazza principale del continente; anche se le quotazioni nell’area dell’euro rimangono a livelli inferiori rispetto al passato.
Tra gennaio e marzo nel Vecchio continente ci sono stati 53 collocamenti, con una raccolta pari a 4,5 miliardi di euro, con un incremento di un miliardo (+28%) rispetto ai 3,5 miliardi raccolti dalle 50 matricole di 12 mesi prima. Rispetto al periodo ottobre-dicembre 2016, che aveva visto quotarsi 68 aziende in Europa con 9,6 miliardi raccolti sul mercato, il dato arretra del -53%. La City, comunque, è tornata la più attiva nel periodo, con 20 collocamenti che hanno raccolto 1,8 miliardi di sterline, in linea con l’inizio del 2016. Merito del settore finanziario, che conta circa la metà dei nuovi dati a Londra, e anche in Europa rappresenta il 45% della raccolta sui listini, seguito dal settore industriale (38%) e da farmacia e benessere (12%). Nel quarto trimestre 2016 Deutsche Boerse aveva scavalcato Londra con 4,6 miliardi di controvalore, ma è legato a singole operazioni: guardando le serie storiche 2016 si nota che London Stock Exchange, con una media di circa 20 operazioni per 2 miliardi circa di controvalore, è il principale listino europeo dove debuttare. L’unica eccezione è stata proprio quella del periodo tra luglio e settembre, subito dopo il referendum che ha sancito lo sganciamento lento della Gran Bretagna dall’Europa, in cui ci sono state nove quotazioni per soli 311 milioni totali.
Le due più grandi quotazioni in Europa nel trimestre, però, sono a Madrid, a conferma della ritrovata passione degli investitori verso il mercato spagnolo, grazie a un migliorato quadro economico e una maggiore stabilità politica nel paese: Alla Bolsa il debutto di Prosegur Cash ha totalizzato 750 milioni, mentre Neinor Homes ha raccolto 709 milioni, interamente sottoscritti nel primo giorno di offerta al pubblico.
E l’Italia? Tre collocamenti nei primi tre mesi d’anno e 139 milioni sono un magro bottino; e dato il contesto – nonostante la tenuta degli indici – parrebbe difficile il contrario. Siamo comunque al disopra dei dati di un anno prima (due quotazioni per 28 milioni) e del quarto trimestre 2016 (sempre due nuovi ingressi in Borsa, ma per 103 milioni di controvalore). “Il primo trimestre 2017 ha rispettato le previsioni effettuate a fine 2016, registrando una sola quotazione sul mercato regolamentato italiano, come conseguenza di uno scenario politico ancora incerto e un quadro economico che stenta a decollare – commenta Alessandro Loizzo, direttore Capital Markets & Accounting Advisory di PwC Italia -. Per questo motivo si prevede anche per il secondo trimestre dell’anno un andamento debole su Piazza Affari”.